Pronostico rispettato, vince il candidato vicino al segretario federale Matteo Salvini. Ha battuto nettamente Manzato: 288 a 160

Rispettato il pronostico della vigilia: è Alberto Stefani il nuovo segretario veneto della Lega. Partito che, dunque, anche a livello regionale decide di premiare la gestione di Matteo Salvini.
A sancirlo è stato l’esito del congresso regionale, che ha visto Stefani prevalere sul trevigiano Franco Manzato, legato alla corrente di Antonio Da Re. Netto il risultato: 288 a 160.

Escluso ancor prima dei giochi Roberto Marcato, che ha deciso di sfilarsi all’ultimo dalla corsa.
Trent’anni, padovano di Borgoricco (di cui è anche sindaco), deputato già al secondo mandato, Alberto Stefani raggiunge il ruolo di segretario dopo i due anni e mezzo trascorsi da commissario veneto del partito.

«Voglio iniziare un cammino nuovo. Di difesa dei militanti e delle sezioni, ma anche della Lega di Governo. Voglio creare delle scuole di formazione per il nostro movimento politico. E poi credo che immigrazione e autonomia saranno le sfide che dovremo affrontare nel futuro» – questo il manifesto del nuovo segretario, per i prossimi tre anni di segreteria.

Nel nuovo direttivo regionale della Liga Veneta, composto da 12 membri, che opererà con il nuovo segretario veneto ci sono anche due esponenti veronesi, l’ex senatore Cristiano Zuliani sindaco di Concamarise, e Nicolò Zavarise capogruppo leghista in Consiglio comunale di Verona, votati rispettivamente con 35 e 34 preferenze, entrambi dell’ala salviniana maggioritaria, di Stefani.

«Congratulazioni all’amico Alberto Stefani per l’elezione a Segretario della Liga Veneta, vera vincitrice di questo congresso» ha evidenziato – l’eurodeputato e segretario provinciale della Lega di Verona, Paolo Borchia – «Adesso si riparte, da sindacato del territorio. Identità forte, lotta quotidiana per l’autonomia, sicurezza e orgoglio veneto. Auguro buon lavoro a lui e agli eletti nel nuovo Direttivo regionale, tra i quali gli amici veronesi Nicolò Zavarise e Cristiano Zuliani».