È stato presentato ieri mattina,  nell’Aula Magna della sede di Porto del liceo Cotta, il progetto “L’Abitato di Terranegra: dallo scavo alla valorizzazione. Il progetto di archeologia tra scuola e Fondazione Fioroni”.

All’intervento di presentazione, oltre alla relatrice Valentina Donadel conservatrice del Museo Archeologico, erano presenti il dirigente liceo Cotta Lauro Molinaroli, il direttore di Fondazione Fioroni Federico Melotto, il vicesindaco di Legnago Roberto Danieli e le professoresse Chiara Quaglia e Barbara Egidati.

Il progetto che vedrà coinvolti il Comune di Legnago, la Fondazione Fioroni e gli studenti di due classi terze del liceo Cotta riguarderà il recupero di reperti archeologici nel sito del parco della frazione di Terranegra risalenti all’età del bronzo e del ferro risalenti dal V all’XIII secolo avanti C. e che testimoniano l’insediamento nel territorio dei primi abitanti Veneti antichi, ritenuti fino ad oggi ad appannaggio delle città di Este e Padova.

«A Terranegra di Legnago è stato scavato, negli anni ’90, un abitato protostorico di grande rilevanza. – spiega la conservatrice Valentina Donadel – Il sito di Terranegra ha avuto diversi momenti di insediamento: dopo una prima occupazione nell’Età del bronzo recente, con la presenza di un insediamento arginato, l’area venne poi frequentata dall’VIII al V secolo a.C, quando venne stabilito un abitato relativo alla cultura dei veneti antichi.
Lo scavo d’estensione di alcuni settori di abitato ha fornito molti dati per la ricostruzione delle abitazioni dell’Età del ferro, un caso unico nel panorama dell’età del Ferro del Veneto. Le case, disposte ordinatamente parallele, avevano pianta rettangolare di circa 10 x 5 metri, forse con portico, ed erano divise da canalette con funzione di drenaggio per l’acqua e scarico dei rifiuti domestici. Le pareti realizzate in legno e frasche erano sorrette da numerosi pali e il tetto, probabilmente a doppio spiovente, era sostenuto da due o tre grossi pali centrali.
All’interno della casa era sempre presente un focolare, costituito da una piastra quadrangolare in argilla scottata isolata dal pavimento in terra battuta da uno strato di cocci frammentati definito “vespaio”, un metodo già noto in numerosi centri del Veneto, come a Padova».

«Sono molto contento di poter presentare questo progetto che mette assieme la Fondazione Fioroni, il Liceo Cotta e l’Amministrazione comunale e si presenta come un ottimo esempio di sinergia tra enti che hanno in parte compiti diversi ma che possono dialogare proficuamente. – ha commentato il direttore Melotto – Per Fondazione Fioroni è fondamentale divulgare i risultati dei nostri studi e delle nostre ricerche, in questo senso il lavoro sull’abitato protostorico di Terranegra costituisce un focus significativo che ci porterà anche a lavorare sul territorio realizzando un progetto che porterà a dei segni tangibili, come ad esempio una pannellonistica dedicata, che aiuteranno la cittadinanza a riappropriarsi del territorio stesso. Chiunque passeggiando in quello che oggi è soltanto un parco sarà consapevole di calpestare un luogo dove altre persone hanno vissuto migliaia di anni fa».

Nonostante la grande importanza di questo sito, le ricerche sono al momento per lo più inedite. Per questo motivo, dal 2022, il Dipartimento Culture e Civiltà dell’Università di Verona ha avviato una nuova campagna per portare avanti lo studio completo del sito, sotto la direzione scientifica della professoressa Mara Migliavacca, in collaborazione con la Fondazione Fioroni e con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza.

Il progetto
Il progetto formativo si propone di guidare gli studenti in tutti gli step della ricerca archeologica post scavo, fornendo gli strumenti per comprendere e fare esperienza dei diversi aspetti della professione archeologica, dalla ricerca alla divulgazione.
Le attività di ricerca saranno incentrate sui materiali emersi dallo scavo, in particolare quelli relativi alle fasi dell’Età del Ferro, con particolare attenzione al materiale ceramico.

In particolare, ci si concentrerà su:
– riconoscimento del materiale diagnostico e delle classi ceramiche (es. contenitori da derrata, vasellame da tavola, elementi da filatura e tessitura, etc.);
– teoria della produzione ceramica (materie prime, tecniche di foggiatura e decorazione e cottura, etc.);
– siglatura e catalogazione dei materiali archeologici; – disegno dei materiali archeologici:
– cronologia e la cultura materiale dei Veneti antichi; – tecniche di ricostruzione 3d dei reperti.

Gli studenti saranno inoltre coinvolti nelle attività di ricerca sul campo che il Dipartimento Culture e Civiltà intende di portare avanti nell’estate/autunno del 2023 sul sito di Terranegra: è prevista una campagna di prospezioni geomagnetiche, ovvero di indagini di superficie non invasive, che permettono, grazie all’utilizzo di strumenti di nuova generazione, di indagare lo stato di conservazione di eventuali strutture sepolte senza intaccare il deposito archeologico. Si tratta di indagini ormai diffuse in tutta la pratica della disciplina archeologica finalizzate ad indirizzare eventuali ulteriori indagini come lo scavo archeologico.
Non si esclude infatti che, se le indagini non invasive dessero risultato positivo, sarebbe interesse della Fondazione Fioroni, del Dipartimento Culture e Civiltà e del Comune poter riprendere le ricerche nel sito, vista la sua notevole importanza nel panorama della pianura veronese dell’Età del Ferro.

Le modalità e le tempistiche dello svolgimento delle attività saranno determinate in totale accordo con i docenti delle classi che hanno aderito al progetto, gli studenti saranno seguiti dagli archeologi della Fondazione Fioroni, in particolare dalla conservatrice del Centro Ambientale Archeologico – Museo Civico di Legnago, Valentina Donadel (che sta attualmente portando avanti lo studio del sito grazie ad un Assegno di Ricerca presso l’Università di Verona) e dalla responsabile della didattica Marisa Morelato.

 

Foto: a sinistra, Roberto Danieli, Chiara Quaglia, Lauro Molinaroli, Valentina Donadel,  Barbara Egidati e Federico Melotto; a destra dall’alto, studenti durante una lezione in un sito archeologico|; il particolare di un focolaio trovato nel sito di Terranegra; il liceo Cotta a Porto di Legnago.