«Per soddisfare la fame politica di poltrone le forze della maggioranza hanno dovuto allargare da 3 a 5 il consiglio di amministrazione di Acque Veronesi, con un maggior peso dal punto di vista economico sulle spalle dei cittadini e un minore peso dal punto di vista politico».

Lo afferma oggi Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune, commentando il rinnovo deciso ieri dei vertici della società consortile che gestisce il servizio idrico in 77 Comuni della provincia.

«È innegabile che i convitati di pietra di questa tornata di nomine sono il Comune di Verona e soprattutto la Provincia di Verona che si sono fatti da parte per lasciar spazio, non dico ai partiti, ma alle singole personalità, manco fosse tornato il medioevo con i feudatari – accusa il consigliere comunale -. La Provincia di Verona china la testa difronte al consigliere comunale Ciro Maschio che ha piazzato la “Siora Gina”, Maria Cristina Sandrin, grande esperta di sistemi idrici, e al consigliere regionale Daniele Polato».

«Confermata la guida leghista di Roberto Mantovanelli alla testa dell’ente, mentre non poteva mancare nella rosa dei nominati un dinosauro della politica Giancarlo Conta – continua Bertucco -. Il codazzo polemico in casa di Forza Italia, dove non si capisce più chi comanda, contribuisce a ricacciare sullo sfondo il futuro della società che sembra non interessare più a nessuno. Tanto basta aumentare di qualche centesimo il costo della bolletta per spazzare tutta la polvere sotto al tappeto».

 

Foto: a sinistra, Michele Bertucco consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune; a destra dall’alto, Roberto Mantovanelli, Maria Cristina Sandrin e Giancarlo Conta.