Il Soave sarà protagonista, con il direttore del Consorzio della Doc, Aldo Lorenzoni, nell’appuntamento di Verona venerdì 11 ottobre alle ore 9,30 all’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere, per sottolineare la stretta connessione tra il suolo, il paesaggio e la valorizzazione dello stesso, in un’ottica di crescita territoriale.

Oltre a Lorenzoni interverranno Diego Tomasi del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), Roberto Zorzin, dell’Associazione temporanea di scopo “Val d’Alpone, faune, flore e rocce del Cenozoico” oltre ad altri accademici dell’Università di Verona.

Il suolo trasferisce identità nel bicchiere? Sono tanti i pareri che negli ultimi anni si sono susseguiti su questo argomento. Di certo il suolo è una componente fondamentale per la vigna perché trasferisce nutrienti e permette quindi di sviluppare le componenti principali del vino. Ma il ruolo del suolo non si esaurisce solo nel suo apporto organico ma anche nel suo compito di essere veicolo paesaggistico e la sua preservazione sta diventando una delle moderne sfide dell’agricoltura.

Il Soave nel suo percorso ha sempre messo tra gli aspetti comunicativi centrali quello del suolo, a partire dai quelli vulcanici e calcarei che caratterizzano la denominazione, ai progetti in atto per la prevenzione dell’erosione, fino ai riconoscimenti a Primo Paesaggio Storico Rurale Italiano o il più recente come Patrimonio Agricolo Mondiale.

Foto: a sinistra, paesaggio geologico del vino Soave; a destra, il direttore del Consorzio del Soave, Aldo Lorenzoni: