Sta avendo ottimi risultati al botteghino il film di Massimo Venier ‘Il Grande Giorno’ con Aldo, Giovanni e Giacomo e con l’attore e drammaturgo legnaghese Francesco Brandi (nella foto), nella parte di Don Francesco, il prete di un piccolo paese che viene chiamato a sostituire il Cardinale Pineider infortunatosi al ginocchio.
Abituato a celebrare funerali, più che matrimoni, si troverà al centro di una serie di situazioni comiche davvero travolgenti.

«È stata un’esperienza molto bella. – raccontava Brandi qualche giorno fa in una intervista a Matteo Fantozzi di Newsby.it – Tra il 1997 e il 1998 avevo 14-15 anni e sono usciti due film per me fondamentali e cioè ‘Tre uomini e una gamba’ e ‘Aprile’ di Nanni Moretti. Due film opposti, diversi tra di loro ma con un senso comune. Venticinque anni dopo mi sono trovato a girare il film di Moretti che uscirà l’anno prossimo e finito quello ho iniziato a girare con Aldo, Giovanni e Giacomo. Se venticinque anni fa mi avessero detto tutto questo non ci avrei creduto».

«Lavorare con Aldo, Giovanni e Giacomo è fantastico. Sono eccellenti, umili e tranquilli. È molto facile interagirci. Ce li ho nelle orecchie, sono cresciuto coi loro film e a teatro l’ho visti tante volte. Recitare con loro è stato naturale per me, intuitivo anche se forse non è la parola giusta. Sono tre persone fantastiche».

Poi, riavvolgendo il nastro dei ricordi, Francesco racconta: “Appena ho letto la sceneggiatura non credevo ai miei occhi perché era talmente bella che ero onorato di quel ruolo. Cerco sempre di dare ai miei personaggi una credibilità, di non renderli esclusivamente delle macchiette. Questa è una cosa che con Massimo Venier è molto semplice, ti dà un limite, ti dice quando lo puoi superare, quando devi stare più basso. Crea sempre, come si vede in tutti i suoi film, comicità umana e mai di macchietta, di gag e basta.
Questa lezione mi è servita molto sul set perché cerco sempre di dare ai personaggi questa credibilità, questa umanità. I personaggi non devono solo far ridere, ma anche creare affetto col pubblico che si affeziona quando vede delle dinamiche simili a quelle che vive tutti i giorni. Si creano delle affinità emotive che funzionano e servono al film».

Non tutti sanno che l’attore, drammaturgo legnaghese Francesco Brandi, classe 1982, è nipote di Silvio Orlando, un attore che per lui ha significato moltissimo sia umanamente che professionalmente, ed è ricordando lo zio che confessa il suo dolore per la scomparsa di suo padre lo scorso 6 dicembre dopo una breve malattia, e il suo rammarico che non abbia potuto vederlo in questo film. «Ci teneva molto, gli sarebbe piaciuto».