Un’inchiesta della Procura della Repubblica di Verona ha portato alla scoperta nei giorni scorsi di una serie di discariche abusive tra i Comuni di Bevilacqua (un sito), Minerbe (due), Zevio (quattro) e Boschi Sant’Anna (uno) nei quali sono stati scoperti smaltimenti irregolari di scarti da lavori agricoli ed edili.

I terreni interessati dall’interramento di rifiuti equivalgono in tutto a una superficie di circa 5mila metri quadrati. A partire da una profondità minima di un metro fino a cinque-sei metri (al raggiungimento della falda acquifera con la quale i materiali interrati erano a contatto), sono stati ritrovati: teli in plastica usati per le coltivazioni, tubazioni in plastica per l’irrigazione, teli in tessuto non tessuto per uso agricolo, materiale ferroso, residui di contenitori in plastica, contenitori di fitofarmaci, fusti metallici rotti con residui di oli esausti, materiale edilizio e da demolizione, pannelli isolanti, legno, materiale plastico vario, colonne e lastre in cemento, rottami metallici vari (di veicoli ed elettrodomestici), pneumatici.

All’epoca delle indagini, tutti questi fondi sono stati posti sequestro dalla Procura di Verona che sta conducendo l’inchiesta con il pm Paolo Sachar. L’unico indagato per ora è l’imprenditore agricolo Luciano Manfrini di Minerbe, proprietario di fondi finiti nel mirino della Polizia provinciale. Il cinquantanovenne è accusato di smaltimento illecito di rifiuti.

È quanto emerso giovedì 23 gennaio in Provincia a Verona dove lo stesso presidente Manuel Scalzotto ha voluto tenere una conferenza stampa per lanciare un vero allarme su quella che rischia di essere la punta dell’iceberg di una nuova emergenza ambientale. Presenti i vertici di Polizia provinciale, Vigili del fuoco e Polizia locale di Zevio e il sindaco di Minerbe, Andrea Girardi, è stata rivelata la scoperta di otto siti, su 10 fondi controllati. Le verifiche da parte della Polizia provinciale sono avvenute tra ottobre 2018 e novembre 2019. I Comuni interessati hanno già emanato le ordinanze con le quali si dispone il ripristino dei siti contaminati con la loro bonifica.

I periodi presunti di interramento sono diversi: in alcuni casi si tratta di materiale occultato probabilmente circa dieci anni fa, mentre altri sono ascrivibili a momenti più recenti.
I terreni in questione sono stati tutti utilizzati per coltivazioni di frutta, ortaggi o cereali destinati all’alimentazione umana o animale. Gli accertamenti sono stati possibili grazie ad alcune precise segnalazioni.

La Polizia Provinciale invita i cittadini a segnalare eventuali situazioni analoghe per contrastare il fenomeno e permettere il ripristino ambientale dei luoghi.
Contatti: numero verde Provincia di Verona: 800344000
telefono Centrale Operativa Polizia Provinciale: 045 9288406

 

Foto: a sinistra, una fase degli scavi nei terreni posti sotto sequestro; a destra dall’alto, la conferenza stampa in Provincia e altre fasi degli scavi seguiti dalla Polizia Provinciale.