“Terrazzo, dove viene negato il diritto a manifestare”. Questo il titolo del volantino  fatto pervenire in redazione a firma del circolo Fratelli d’Italia di Terrazzo.

«Sembra un titolo provocatorio, d’altri tempi e invece non lo è affatto. – afferma Enrico Visentin presidente del circolo cittadino – Anche nella Bassa veronese si respira aria di regime che, nascosta negli anfratti della macchina amministrativa, nega un diritto costituzionalmente tutelato quando non si sta dalla “parte giusta”.

Visentin spiega che questa presa di posizione è dovuta al fatto che: «L’attuale amministrazione che governa il paese, a fronte di una regolare domanda depositata presso l’ufficio comunale preposto, per attività di raccolta firme contro lo ius soli e ius Culturae, formalizzata dal locale circolo di Fratelli D’Italia, non concede l’autorizzazione.

E salta così la manifestazione che prevedeva la presenza del banchetto presso la piazza del paese e delle frazioni, per le date previste nel mese di novembre e due a dicembre. – poi continua – Viene negata la possibilità di manifestare e ancor di più di esprimere il proprio pensiero, diritti costituzionalmente garantiti a chiunque.

Ma a Terrazzo probabilmente l’amministrazione non è dello stesso avviso».

E qui interviene il sindaco di Terrazzo Simone Zamboni che non si fa pregare nel rispondere e ribadisce la sua versione: «Nell’ultimo consiglio comunale Visentin aveva accennato a questo fatto della raccolta delle firme ma poi non ne ho saputo più nulla fino a quando non è arrivata una lettera del Prefetto in cui, tra le altre cose, sia Enrico Visentin e sia Fabrizio Ziviani contestavano una serie ritardi e mancanze da parte dell’Amministrazione e tra queste anche la mancata risposta, entro i cinque giorni, stabiliti per legge, dalla sua richiesta fatta all’ufficio tecnico per ottenere l’autorizzazione alla postazione. Premetto che di solito le richieste le vedo passare dalla mia scrivania, anche se poi so che se ne occupa l’ufficio tecnico preposto, ma questa proprio non l’avevo vista. Allorché ho chiesto spiegazioni al responsabile e la risposta schietta è stata “Semo sotto le feste, l’impegni ie tanti, me sò desmentegà”. (penso sia superflua la traduzione).

Questa la chiave di tutta la vicenda: “Me sò desmentegà!”.

«Faccio fatica ad accettare questa risposta – continua il sindaco – perché in cinque giorni di tempo a disposizione l’ufficio doveva rispondere dando assolutamente il consenso. Ma purtroppo questo non è successo e me ne dispiace. Però, cosa costava a Visentin fare una telefonata, anche a me se preferiva, e chiedere spiegazioni. Perchè ho la sensazione che a volte si cerchi il pretesto per lo scontro, che comunque mi sta anche bene finché le motivazioni sono queste e non più gravi e di altra natura».

Che dire: in una famosa pubblicità di qualche anno fa della Sip, poi diventata Telecom e Tim, un condannato alla fucilazione, come ultimo desiderio, chiedeva di fare una telefonata e lo slogan fuori campo era “Una telefonata allunga la vita”, ecco anche in questo caso, magari…. 

 

Foto: a sinistra il Municipio di Terrazzo; a destra dall’alto, il sindaco Simone Zamboni e Enrico Visentin.