Un contratto di lavoro, nuove competenze, e soprattutto una seconda possibilità. È questo il cuore del “Patto per il Lavoro”, il progetto lanciato dal Comune di Cerea e finanziato al 70 per cento dalla Regione Veneto, che punta a creare vere occasioni di inserimento lavorativo per chi da troppo tempo è rimasto fuori dal mercato del lavoro.

Il Comune guidato da Marco Franzoni fa da capofila a un’alleanza senza precedenti tra ben undici amministrazioni della Pianura Veronese, tutte pronte a fare rete per un obiettivo comune: dare risposte concrete a chi è in difficoltà.

Casaleone, Isola Rizza, Minerbe, Oppeano, Palù, Ronco all’Adige, Roverchiara, San Pietro di Morubio, Sanguinetto e Terrazzo hanno detto sì a un progetto che mette al centro le persone, la dignità e la partecipazione attiva.

Saranno 25 i cittadini veronesi che avranno la possibilità di essere assunti da tre cooperative sociali del territorio – Beta, Il Calabrone e Emmanuel – con un contratto semestrale da 20 ore settimanali. I lavori? Magazzino, cura del verde, assistenza alla persona. Ma il vero valore aggiunto è il percorso di accompagnamento: orientamento, formazione e sviluppo di competenze utili per costruirsi un futuro lavorativo stabile.

«Non è solo un progetto, è un investimento nel capitale umano e nella coesione sociale. – commenta il sindaco Franzoni – Vogliamo ricostruire il senso di comunità e offrire un’occasione a chi è rimasto indietro. Grazie alla Regione Veneto per aver creduto in questa iniziativa».

Determinante anche il ruolo del terzo settore e degli enti per il lavoro come Lavoro & Società, Enaip Veneto e Unione e Servizi, che accompagneranno passo dopo passo i partecipanti.

«Questo è il nostro modo di dire che nessuno deve essere lasciato solo – aggiunge il vicesindaco e assessore ai Servizi sociali Cristina Morandi –. Vogliamo valorizzare le persone, le loro storie, le loro competenze. E lo facciamo con un progetto concreto, replicabile, costruito insieme. Una rete vera, al servizio della comunità».

Il “Patto per il Lavoro” non è solo un’occasione occupazionale: è una visione nuova del welfare locale. Dove il lavoro diventa strumento di inclusione, dignità e rinascita.

 

 

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