Lo scandalo Takata torna a travolgere l’industria automobilistica europea. Come riportato dal quotidiano Milano Finanza, Stellantis, dopo la morte di una donna a Reims a inizio giugno causata dall’esplosione dell’airbag sulla sua Citroën C3, ha annunciato il blocco immediato di 441mila veicoli in tutta Europa – in particolare Citroën C3 e DS3 – dotati di airbag difettosi prodotti dalla giapponese Takata.

Una misura drastica, definita “stop drive”, resa necessaria dall’alto livello di rischio per l’incolumità degli occupanti. «Abbiamo deciso di sospendere l’utilizzo dei veicoli coinvolti per accelerare la gestione e la sostituzione degli airbag», ha dichiarato Xavier Chardon, amministratore delegato di Citroën, all’agenzia Afp.

Francia e Germania le più colpit

Secondo quanto comunicato dal gruppo automobilistico, il blocco riguarda vetture prodotte tra il 2009 e il 2019 e distribuite principalmente in Francia (82mila unità), Germania e Belgio, ma la misura è destinata ad estendersi a tutti i mercati europei in cui sono ancora circolanti i modelli coinvolti. La richiesta formale di ritiro è arrivata direttamente dal ministro dei Trasporti francese, Philippe Tabarot, dopo la conferma che il decesso di Reims era direttamente collegato al malfunzionamento dell’airbag.

La nuova fase di intervento accelera i piani già in corso in Francia, dove una campagna di richiamo era partita nel 2024 nel Sud del Paese, con una seconda prevista nel Nord per il 2025.

Il caso Takata: 18 vittime solo in Francia

Il problema riguarda milioni di veicoli in tutto il mondo. Gli airbag Takata, già al centro di uno dei più grandi richiami nella storia dell’automotive, contengono un propellente chimico instabile che, esposto a calore e umidità, può deteriorarsi, causando l’esplosione dell’airbag con proiezione di frammenti metallici. Un rischio potenzialmente mortale: in Francia si contano 18 vittime, tra cui una donna di 37 anni morta lo scorso giugno e un’altra in Guadalupa a marzo. Diversi anche i feriti, incluso un minore coinvolto nello stesso incidente di Reims.

Il richiamo coinvolge, oltre a Stellantis, numerose case automobilistiche: Honda, Toyota, Nissan, BMW, Volkswagen, Ford, Tesla e Ferrari, con milioni di airbag sostituiti negli anni.

Class action in Italia da 285 milioni

In Italia, la vicenda è già approdata in tribunale. Il Tribunale delle Imprese di Torino ha accolto lo scorso aprile la class action promossa da Codacons, Adusbef e Assourt contro Groupe Psa Italia e Stellantis. L’azione collettiva – che potrebbe diventare una delle più rilevanti mai registrate nel settore automotive italiano – riguarda circa 190mila veicoli venduti tra il 2009 e il 2019. Il danno complessivo stimato ammonta a 285 milioni di euro.

L’ordinanza, firmata dalla presidente Silvia Vitro, consente ora a tutti i proprietari dei modelli interessati di aderire alla causa. Le associazioni dei consumatori chiedono un risarcimento non solo per il pericolo corso, ma anche per il deprezzamento delle vetture coinvolte e l’eventuale inutilizzabilità dei mezzi.

Un rischio globale ancora aperto

Nonostante la chiusura di Takata nel 2017, il problema dei suoi airbag continua a generare effetti devastanti sul mercato. La nuova ondata di richiami da parte di Stellantis rappresenta un chiaro segnale che la vicenda è tutt’altro che chiusa. E mentre si moltiplicano i richiami, crescono anche le azioni legali e le richieste di risarcimento.

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