«Il paese di Terrazzo è bloccato oltre che dai soliti problemi economici anche dal punto di vista amministrativo comunale ed è per questo che abbiamo ritenuto opportuno segnalarlo, oltre che alla cittadinanza, anche agli organi competenti come la Prefettura e il Ministero dell’Interno». – ad affermarlo è il gruppo di opposizione in Consiglio comunale rappresentati da Fabrizio Ziviani per la Lega ed Enrico Visentin e Gianna Muschio per Fratelli d’Italia.

La diffida del Prefetto
«Dopo la nostra segnalazione del 05 maggio relativa alla mancata approvazione del Rendiconto 2022 entro il termine del 30 aprile, come previsto dalla normativa vigente, – spiegano i consiglieri di minoranza – il Prefetto di Verona Donato Cafagna,  prima con ripetuti solleciti e poi con due diffide al sindaco Simone Zamboni del 06 giugno e del 23 giugno, ha fissato il termine improrogabile di 20 giorni dalla seconda diffida per l’approvazione da parte del Consiglio comunale del suddetto Rendiconto 2022, in caso contrario si sarebbe provveduto con un Commissario ad acta (un funzionario incaricato di portare a compimento gli atti amministrativi o burocratici. Ndr) come previsto per legge».

Consiglio comunale con Bilancio di previsione e DUP.
«La convocazione del Consiglio comunale, prevista per il 18 luglio, è arrivata il 07 luglio 2023, la documentazione è pervenuta ai Consiglieri il 26 giugno, incompleta senza il parere del Revisore dei Conti come previsto da regolamento,
parere che è arrivato solo in data 3 luglio, secondo noi non rispettando i termini del deposito di 20 giorni.
Nella stessa riunione del Consiglio Comunale, cosa mai successa, è stato portato per l’approvazione anche il Bilancio di Previsione Finanziario 2023-2025 e il Documento Unico di Programmazione (DUP) periodo 2023-2025.
Di fronte a tutto questo abbiamo espresso parere contrario all’approvazione del Rendiconto 2022, il ritiro e una riproposizione del punto all’O.d.G. con il rispetto dei termini di deposito della documentazione come previsto dalla normativa».

«Abbiamo fatto presente al Sindaco, – continuano Ziviani, Visentin e Muschio – oltre al mancato rispetto dei termini di consegna della documentazione, che il rendiconto è stato predisposto da persona estranea al Comune, senza incarico e contratto, che ha avuto accesso a tutti i dati riservati del Comune, la replica è stata che per avere queste risposte dovevamo chiedere all’Ufficio Ragioneria, un controsenso visto che il Responsabile dell’ufficio ragioneria è lo stesso Sindaco».

Investimenti per 3 milioni su opere non prioritarie.
«Altra dichiarazione di voto contraria – confermano i consiglieri di minoranza – ha riguardato l’approvazione del DUP 2023-2025, steso con evidenti errori formali, e di conseguenza al Bilancio di Previsione 2023,
il nostro giudizio, non favorevole, è dovuto principalmente al piano degli investimenti per le opere pubbliche, più di 3 milioni di euro, senza sicurezza di avere contributi pubblici, accensione di mutui e soprattutto di insistere con opere non necessarie come la ristrutturazione delle ex scuole elementari di Begosso con un costo di 900.000 euro, che probabilmente saranno poco utilizzate, come ad esempio il Centro Sant’Agostino di Nichesola, il Centro per disabili non autosufficienti di Terrazzo e l’ex Sede municipale.
Tutti edifici che incidono nel bilancio comunale per i costi relativi al riscaldamento, luce e manutenzioni varie.

Il DUP ritirato
«Il 31 luglio – concludono Fabrizio Ziviani, Enrico Visentin e Gianna Muschio – è stato convocato il Consiglio comunale con la riproposta del DUP, ma come da buona opposizione abbiamo fatto notare che gli errori persistevano e a quel punto la maggioranza ritirava l’approvazione del Documento unico di programmazione».

 

La non risposta del Sindaco
Naturalmente, abbiamo contattato il sindaco Simone Zamboni perché potesse rispondere alle critiche mosse dall’opposizione ma ha riferito che «È troppo lungo da spiegare. Non ne vale la pena. Le stesse cose, in parte, le hanno già dette e chieste durante il Consiglio e alle quali ho già risposto. Adesso – ha concluso Zamboni –
nei tempi e modi corretti risponderò anche all’accesso agli atti».
Ecco, non comunicare con la cittadinanza pubblicamente, quando se ne ha l’opportunità, non è il modo corretto di un amministratore. Aver risposto in parte a delle domande della minoranza in Consiglio comunale non vuol dire aver risposto alle richieste dei cittadini di conoscere cosa succede dentro il Palazzo, e creda, “ne vale sempre la pena“ di avere un confronto democratico.

Fuga dal Comune
Peccato, sindaco Simone Zamboni si è persa una buona occasione per chiarire tanti episodi, per esempio, come sostiene l’assessore Visentin «Un motivo ci sarà se il personale del Comune se ne va via. Se le cose non funzionano bene, non serve scaricare sempre tutte le colpe sugli uffici amministrativi. Questi lavorano bene se c’è una buona amministrazione alle spalle che li guida».

Foto: a sinistra, il sindaco Simone Zamboni; al centro la sede Municipale di Terrazzo; a destra dall’alto, Fabrizio Ziviani, Enrico Visentin e Gianna Muschio.