Si è pronunciata in questi giorni con la sentenza del Tribunale di Verona, di piena assoluzione, “perché il fatto non sussiste” per l’ex consigliere comunale di Villa Bartolomea Mirko Bertoldo, difeso dall’avvocato Marco Bedoni, accusato di apologia del fascismo per aver fatto, secondo l’accusa, il saluto romano.

I fatti risalgono a tre anni fa, al febbraio 2019, quando durante una votazione su una mozione a sostegno dell’attività politica dell’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini, il consigliere comunale della Lega Mirko Bertoldo, venne accusato di aver fatto il saluto fascista durante la votazione in Consiglio comunale.
Ne segui una lunga vicenda giudiziaria.

«Ad accusarlo due consiglieri comunali di maggioranza Irene Barbieri e Stefano Lovato, quest’ultimo attuale assessore allo sport della giunta guidata dal sindaco Andrea Tuzza. – riporta la nota dell’ex consigliere comunale Bertoldo e del suo difensore – Coinvolta nella vicenda come testimone dell’accusa anche la corrispondente locale del giornale L’Arena Elisabetta Papa. Fatti e situazioni oggetto del processo, sono stati notati e riportati agli atti, solo da queste tre persone e non dal resto dell’amministrazione. Nemmeno il Segretario Comunale non rilevò nulla di anomalo.
Nel corso del processo è stato chiarito che perfino in aula, uno degli accusatori non era in grado “di vedere direttamente il consigliere Bertoldo”, perché coperto da una colonna presente in sala, per una vicenda dai contorni kafkiani».

E proprio gli atti del processo, hanno portato il Tribunale di Verona ad assolvere il consigliere che ora, dopo 4 anni di silenzio forzato, ci tiene a chiarire la vicenda che lo ha visto coinvolto.

«Con questa assoluzione esprimo soddisfazione. – afferma Mirko Bertoldo – E’ la fine di un incubo durato 4 anni. Ringrazio la mia famiglia, gli amici e tutte quelle persone che mi sono state vicine in questo momento e in particolare l’avvocato Marco Bedoni che mi ha difeso. Oltre a essere stata danneggiata la mia immagine e la mia persona, ritengo che l’accusa che mi è stata mossa, avesse come unico fine quello di estromettermi dalla vita civica paesana, per le elezioni comunali del 2022, cosa che è effettivamente avvenuta, non essendomi potuto candidare, proprio a causa del procedimento in corso».

«Sicuramente tutelerò la mia onorabilità e la mia persona e la mia immagine in tutte le sedi opportune. – continua Bertoldo – Durante il processo è stata fatta chiarezza su molti aspetti oscuri della vicenda, soprattutto in merito alle testimonianze che hanno avviato il procedimento penale.
Quello che è avvenuto, è molto grave e non vorrei capitasse mai a nessun cittadino. Vorrei rammentare che l’attività politica locale, a Villabartolomea, come in altri piccoli Comuni, viene svolta dai consiglieri, come alta forma di volontariato e di servizio alla propria comunità. Se anche a livello comunale, vengono utilizzati questi metodi politici che prevedono la denuncia e la calunnia per colpire avversari politici, è difficile riavvicinare la comunità civile alla politica e alla gestione della cosa pubblica».

Mirko Bertoldo con il proprio legale Marco Bedoni hanno quindi annunciato di voler chiedere i danni morali e materiali in sede civile oltre a procedere in sede giudiziaria per il reato di calunnia aggravata contro i tre accusatori: Elisabetta Papa, Irene Barbieri e Stefano Lovato.

«La giustizia farà il suo corso, attenderemo il tempo necessario a fare chiarezza, ma certamente la vicenda non è chiusa, anzi inizia ora», – così chiude la nota del legale avvocato Marco Bedoni.