Prima è Salute” è il grande impegno politico lanciato nei giorni scorsi e con il quale il Partito Democratico veneto vuole investire a difesa della sanità pubblica, tramite una petizione, chiamata appunto, “Prima è Salute” per chiedere alla Regione di abbattere i tempi di attesa, potenziare i servizi territoriali e contrastare la fuga di medici e infermieri dal servizio pubblico.
La petizione è sottoscrivibile nei circoli, ai banchetti e anche online all’indirizzo http://www.pdveneto.com/prima-è-salute , ha a cuore tutte le criticità della sanità pubblica, compreso l’aspetto della salute mentale.

Con questi presupposti e per capire il futuro della sanità pubblica, del Mater Salutis di Legnago, oltre alle problematiche delle liste d’attesa, era in programma ieri l’incontro pubblico con Anna Maria Bigon (nella foto), consigliere regionale e vice presidente della Quinta commissione Sanità e Sociale, presso il Centro Polifunzionale Loris Romano di Villa Bartolomea.

“Un incontro, – ha spiegato il segretario del circolo PD locale Federico Rettondini – per fare chiarezza su quello che sarà il futuro dell’ospedale legnaghese Mater Salutis e della sanità veneta».

INVESTIMENTI SULL’OSPEDALE DI LEGNAGO.
«Legnago è un bacino molto importante per quanto riguarda la sanità. Oggi il sud della provincia è completamente depotenziato, occorre investire nel Mater Salutis. – ha evidenziato la consiglire regionale Bigon – La Regione Veneto, su pressione dei cittadini e della nostra parte politica, sta finalmente investendo, e a breve inizieranno i lavori della prima fase che riguarderanno il reparto di urgenza ed emergenza, con un importo di circa 40 milioni di euro che verranno investiti sulla struttura di Legnago che dovrà coprire poi un bacino di circa 150 mila persone».

LISTE DI ATTESA INSOPPORTABILI
«Nel 2022 su 29 milioni di prescrizioni (ricette) sono state erogate solo 16 milioni di prestazioni, mentre 13 milioni di prescrizioni sono rimaste inevase. – ha sottolineato Bigon – Molti veneti hanno rinunciato alle cure e altri hanno pagato di tasca propria per superare i tempi infiniti delle liste d’attesa: i veneti nell’ultimo anno hanno speso 730 euro pro capite per curarsi nel privato. Chiediamo alla regione che vengano abbattuti i tempi di attesa e sia rispettato il criterio di priorità indicato in ricetta dal medico di medicina generale».

CARENZA DI MEDICI DI MEDICINA GENERALE
«In Veneto mancano moltissimi medici di medicina generale. – ha affermato la consigliera regionale – Sono oltre 450 le zone carenti nella nostra regione. Chiediamo che siano incentivate le forme associative di medici e che siano supportate da personale infermieristico e amministrativo».

TUTELA DELLA SALUTE MENTALE PER GIOVANI E ADULTI
«Sul fronte salute mentale sono cresciute le necessità soprattutto dopo il Covid ed i servizi, invece, sono stati ridimensionati. II Veneto è fra le regioni che investono meno in questo campo, – ha spiegato Bigon – chiediamo che i servizi per la salute mentale siano potenziati, disponendo il 5% del fondo sanitario per questo ambito e che vengaistituitala figura dello psicologo di base».

MEDICI E OPERATORI: I PROFESSIONISTI DELLA SALUTE
«Per affrontare carenze e mancanze serve invertire la tendenza diffusa in Veneto. La nostra regione finora ha trascurato la risorsa più importante del servizio sanitario: i professionisti.
In Veneto mancano medici e infermieri. Troppi abbandonano il servizio pubblico per ragioni organizzative ed economiche. – conclude l’assessore regionale – Chiediamo alla Regione di aumentarne il numero, in particolare per adeguare la dotazione di personale per i pronto soccorso. Chiediamo che siano intraprese azioni concrete per migliorare il clima lavorativo, offrire prospettive di avanzamento professionale, rendere attrattiva la professione dei medici e degli altri professionisti».