«L’Europa continua a subire casi gravi di influenza aviaria, con pesanti conseguenze economiche e sociali, ma l’Ue poco sta facendo per arginare la diffusione del virus. Da ottobre 2021 a settembre 2022, sono stati notificati in 37 Paesi europei un totale di 2.520 focolai nel pollame, 227 focolai nei volatili in cattività e 3.867 casi nei volatili selvatici. Negli allevamenti interessati dal virus sono stati abbattuti circa 50 milioni di capi» – ad affermarlo è l’europarlamentare veronese della Lega Paolo Borchia, che ha depositato un’interrogazione alla Commissione europea sull’epidemia di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI), la più grande finora mai osservata in Europa.
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Il Parlamento dell’Unione europea a Strasburgo
«Con questi numeri, – continua Borchia – e con la persistenza dell’HPAI nei volatili selvatici e nel pollame, è necessario studiare ed adottare un piano vaccinale su scala europea: sicuramente la vaccinazione può contribuire a ridurre in maniera significativa gli abbattimenti.
Per cui, la Commissione europea ha valutato un piano vaccinale obbligatorio per mitigare gli effetti del virus? E, nel caso, è disponibile un cronoprogramma? Ha previsto delle contromisure per attenuare la propagazione del virus in volatili selvatici ed uccelli acquatici? Infine, – conclude l’eurodeputato – considerate le ripercussioni a livello economico, quale tipo di sostegno potrebbe essere previsto per rendere capillare le eventuali misure di profilassi vaccinale a livello europeo?”.