Un grido di rabbia e la richiesta di tornare ad operare in sicurezza. «Lasciateci lavorare» è stato uno degli slogan più urlati, durante la manifestazione di protesta di venerdì 2 aprile a Verona che ha visto scendere in piazza Bra centinaia di ristoratori, commercianti, operatori turistici, parrucchieri, titolari di palestre e centri benessere, ma anche di musicisti, lavoratori dello spettacolo, ambulanti. Tutti insieme per avere risposte su sostegni e riaperture.

Nel mirino le ripetute chiusure imposte durante la pandemia dai Dpcm e dall’ ultimo Dl. «La politica non ha fatto nulla, poi quando sentiamo dire da qualche “onorevole regionale” che è giusto vaccinare prima loro perché sono necessari, mentre una cassiera di supermercato si può sostituire è ovvio che monti la rabbia» ha spiegato Marco Scandogliero, ristoratore e portavoce della manifestazione.

Sul palco ha preso la parola anche Larry Mancini, musicista veronese molto conosciuto: «Noi musicisti siamo stati i primi a fermarsi e probabilmente saremo gli ultimi a ripartire. Di noi non si parla mai, ma vogliamo ricordare al Governo che non esistono solo i grandi concerti negli stadi di Vasco Rossi e Ligabue ma che esistono migliaia di realtà musicali più piccole che lavorano nei ristoranti, nelle fiere e sagre paesane.
Lo scorso anno, delle circa 200 date che annualmente facevamo abbiamo realizzato solo una trentina di concerti, e siamo stati fortunati. Pensiamo anche alle scuole di musica completamente ferme».

«Abbiamo dipendenti che attendono soldi da novembre o dicembre e l’asporto o il delivery sono acqua che non disseta – hanno detto i titolari dei ristoranti cittadini – Qua in mezzo a noi ci sono anche i nostri collaboratori, persone che erano abituate a lavorare e lo facevano con grande gioia e chiedono solo di poter continuare a farlo. Molti di loro e molti di noi sono disperati».

«Abbiamo investito migliaia di euro per l’acquisto di mascherine e altri ausili che non possiamo usare perchè siamo chiusi. È una situazione priva di senso, – ha detto una giovane imprenditrice – ma ora siamo arrivati al limite della sopportazione».

E solidarietà ai manifestanti è stata espressa dal consigliere regionale veronese Stefano Valdegamberi, il quale ha proposto anche di diminuire le bollette elettriche alle attività commerciali costrette alla chiusura. «Bollette che sono più care a Verona del resto dell’Italia, per colpa degli oneri di Megareti la società del Gruppo Agsm», ha spiegato Valdegamberi.

Foto: a sinistra, un momento della manifestazione; a destra dall’alto, Marco Scandogliero, Larry Mancini e Stefano Valdegamberi.