Donna aggredita e violentata tra i canneti. Il sindaco: «Un fatto inaudito, servono risposte concrete».

Una violenza brutale, consumata al calare della sera tra l’erba alta dell’argine dell’Adige, in un tratto che fino a pochi giorni fa era sinonimo di passeggiate, natura e tranquillità. Ora, invece, è il luogo di un’aggressione sessuale che ha sconvolto l’intera comunità.

La vittima è una donna di circa 40 anni, residente in zona, che stava portando a spasso il suo cane – come tante altre volte – lungo la riva destra del fiume, tra ponte Principe Umberto e il ponte ferroviario. Un’area conosciuta e frequentata. È lì che, intorno alle 19 di venerdì, è stata aggredita e violentata da un uomo, presumibilmente giovane e di origine nordafricana, secondo quanto riferito dai testimoni. A interrompere l’atto è stato proprio il cane della donna: i suoi guaiti hanno attirato due passanti. L’aggressore si è dileguato, lasciando la vittima seminuda e sotto shock tra le sterpaglie.

La donna è stata soccorsa e trasportata d’urgenza al “Mater Salutis”, poi trasferita a Verona per ricevere cure specialistiche. I carabinieri hanno avviato immediate indagini a 360 gradi. Alcuni testimoni sostengono che l’uomo si sia allontanato a piedi verso ponte Principe Umberto. Ma, finora, del responsabile nessuna traccia.

L’ondata di indignazione e paura

La notizia ha subito acceso i social e le chat locali. Decine di messaggi, richieste di spiegazioni, paura tra chi ogni giorno percorre quegli stessi sentieri. È una città attonita, ma anche infuriata. La richiesta è chiara: sicurezza, sorveglianza, prevenzione.

Il sindaco Paolo Longhi ha scritto: «Sono stato al telefono con un familiare della vittima, che conosco bene. Quanto accaduto è inaccettabile. Ho chiesto il rafforzamento dei controlli nelle aree sensibili, in primis proprio sugli argini».

Ma le parole, da sole, non bastano. Soprattutto se, come pare, non si tratterebbe di un episodio isolato.

I precedenti ignorati: allarmi inascoltati

Una giovane ha raccontato ai carabinieri di essere scampata a un tentativo di aggressione proprio una settimana prima, sempre lungo l’Adige, a nord di Vigo. «Un uomo, seminudo, mi ha afferrata per un braccio mentre correvo. Mi sono buttata tra i rovi per fuggire». Anche un’altra donna, nello stesso giorno, avrebbe vissuto un episodio simile.

Se queste denunce fossero state prese in carico con maggiore tempestività e tradotte in presidi concreti, si sarebbe potuta evitare una tragedia? La domanda è legittima. Così come il sospetto che Legnago, pur non essendo una metropoli, soffra di una sottovalutazione cronica del tema sicurezza.

Una città che chiede protezione. E risposte chiare

Il caso riapre un dibattito tanto urgente quanto scomodo: si può ancora parlare di luoghi “sicuri” in assenza di controlli visibili e costanti? È accettabile che un’area frequentata da famiglie, donne e bambini sia lasciata in balia del degrado, se non del pericolo concreto?

Le forze dell’ordine non possono essere ovunque, ha ricordato il sindaco. Ma è proprio in questi “ovunque” che si annida l’insicurezza. Servono pattugliamenti, telecamere, illuminazione, presenza. Servono risposte. E servono subito.

C’è poi un tema che continua a emergere con forza – e che scuote l’opinione pubblica – ogni volta che fatti simili accadono: la nazionalità degli aggressori. In molti casi recenti, come anche in questo, i sospetti ricadono su persone di origine nordafricana o extracomunitaria. È un dato che va affrontato con lucidità e responsabilità, evitando generalizzazioni ma senza voltarsi dall’altra parte. La sicurezza non può essere un tabù, e il rispetto delle regole deve valere per tutti, senza zone grigie.

Perché se è vero che l’intervento dei due passanti ha evitato il peggio, resta la consapevolezza amara che una donna, venerdì scorso, è stata violentata in pieno giorno, a pochi passi dal centro. E con lei, è stata ferita un’intera comunità. Ora, oltre alla giustizia, Legnago chiede che chi ha il dovere di tutelare la sicurezza lo faccia fino in fondo.

 

 

Copyright © 2025 | Il Nuovo Giornale | Tutti i diritti Riservati.