Aveva dichiarato il falso per ottenere il reddito di cittadinanza, inserendo nel proprio nucleo familiare persone che non convivevano con lui. Un cittadino marocchino di 48 anni, residente a Veronella, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di aver indebitamente percepito oltre 12mila euro tra il marzo 2021 e l’agosto 2022.
Le indagini erano state avviate dalla Guardia di Finanza di Legnago, che aveva rilevato incongruenze nelle dichiarazioni Isee presentate dall’uomo presso due patronati: l’Acli di San Bonifacio e l’Enpas di Legnago. In particolare, l’indagato avrebbe dichiarato come conviventi la moglie e due figli, nonostante questi non risultassero residenti nel suo stesso domicilio. Una mossa che gli avrebbe consentito di abbassare il valore dell’Isee e, di conseguenza, accedere indebitamente alla misura di sostegno economico.
La Procura ha aperto un fascicolo per falsa attestazione e truffa ai danni dello Stato. Ieri si è svolta l’udienza preliminare presso il Tribunale di Verona, al termine della quale la giudice Carola Musio ha disposto il rinvio a giudizio. L’uomo, assistito dall’avvocato Riccardo Favetta, comparirà in aula il prossimo 9 settembre davanti al giudice Peter Michaeler.
L’indagine conferma l’attenzione delle forze dell’ordine sui casi di irregolarità legati al reddito di cittadinanza, una misura più volte finita sotto la lente per possibili abusi.
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