Era inevitabile che all’indomani della pubblicazione dell’articolo su Il Nuovo Giornale  in cui il direttivo della segreteria provinciale del Carroccio veronese subiva un attacco politico dal “fuoco amico”, arrivasse la replica del segretario provinciale Paolo Borchia.

La replica

“Gentile direttore,
ho letto, tra l’attonito e l’incuriosito, un articolo della sua testata che pare recitare un prematuro de profundis della Lega in Lessinia e nell’Est Veronese. Dopo un minimo sconcerto iniziale, tirato un sospiro di sollievo e rinviata l’estrema unzione del Carroccio scaligero a data da destinarsi, condivido con lei e con i suoi lettori qualche umile riflessione.

La mia forma mentis mi impone attenta analisi di ogni critica, anche se non nascondo la predilezione per quelle costruttive. Rispettando le opinioni e i mal di pancia del sedicente o sedicenti “storici militanti”, il sottoscritto – che a differenza dell’anonima “gola profonda” ha ancora il vecchio vizio di presentarsi con nome, cognome e faccia – ritiene di puntualizzare alcuni aspetti. Sulla base di numeri e fatti.

Punto primo: appare singolare parlare di “sbandamento” della Lega nell’Est veronese: evviva la libertà di opinione ma fortunatamente la storia recente ci racconta una realtà diversa.
Alle amministrative dello scorso giugno, la Lega è tornata in maggioranza a San Bonifacio, – dove esprime il vicesindaco – ha conquistato il sindaco a Zimella e ha fatto man bassa in Val d’Alpone, riconfermando a furor di popolo i primi cittadini di Monteforte, Roncà, Vestenanova; è tornata in maggioranza a Montecchia, ha da poco un assessore in giunta a Cazzano. Mi auguro di poter vivere sbandamenti analoghi in futuro.

In secondo luogo, quando ho letto del “crollo dei tesseramenti” ho subito capito che a crollare era la credibilità dell’anonimo o anonimi confidenti. Siamo reduci da due campagne di tesseramento estremamente positive per la Lega veronese, che hanno portato i numeri della nostra provincia ai vertici dei risultati regionali. E non per merito del segretario provinciale, ma grazie al lavoro e alla passione dei segretari di sezione e dei militanti.
In tal senso, l’assegnazione di un commissario alle sezioni in difficoltà col tesseramento è stata pensata per fornire il supporto di forze fresche, non certo per punire.

In Lessinia ci sono ombre, ci sono luci ma soprattutto ci sono persone al lavoro per migliorare dove ci sono criticità. E nessuno si è mai trincerato dietro il canonico “va tutto bene”.

Però, l’anonimato non giustifica la faziosa imprecisione. Sul tema SP10 ci sono due stralci finanziati, uno dei quali bloccato da un cavillo burocratico posto da un consorzio che non ha neppure sede nella nostra regione.
Sul tema del lupo, l’impegno degli esponenti della Lega a Venezia, Roma e Bruxelles è ampiamente tracciabile e documentabile. Mi stupisco l’intrepido militante o militanti senza nome non ci abbiano addossato la colpa della fame nel mondo, cosa che ci consentirà di concentrarci meglio sui problemi del nostro territorio.

Sui casi legati ai singoli, direttore, le posso assicurare che nessuno è stato lasciato solo dal partito. Le battaglie si vincono e si perdono. Ma, finché qualcuno chiacchierava, qualcun’altro combatteva; a volte vincendo, a volte no. Ma senza lesinare tempo, energie e chilometri.

In conclusione, le dico che – dopo la pubblicazione dell’articolo – qualcuno degli interessati mi ha telefonato, cadendo dal proverbiale pero, senza aver troppo gradito di essere stato tirato in ballo in maniera infondata e pretestuosa. Non piace a nessuno passare da carne da cannone.

Non saremo perfetti, noi leghisti… abbiamo tanto da lavorare. Ma l’orgoglio di sventolare la bandiera di San Marco non ce lo toglie nessuno.

Al “malcontento diffuso” e alla sofferenza paventati nell’articolo, la militanza veronese risponde con 45 gazebo allestiti in tutta la provincia. Mentre qualcuno ha mal di pancia e invece di curarselo cerca di accendere fuochi, protetto dall’apparente conforto dell’anonimato, centinaia di iscritti scendono in piazza. C’erano lo scorso fine settimana, ci sono questo, ci saranno il prossimo.

Questa è la Lega.

Chiudo con una riflessione finale.
La militanza è stanca di chi ha avuto cariche dal partito, non le ha (o non le avrà) più e pensa di tornare a pesare creando polemiche e alimentando malesseri.
Se si vuole cambiare, se si vogliono convincere i militanti e vincere i congressi, lo si fa con il lavoro, con le idee, con l’entusiasmo.
Oppure, si torna a sperare nel leader di turno che porti le percentuali alle stelle.
Ma la maggioranza della Lega veronese, caro direttore, preferisce essere artefice delle proprie fortune.”

Paolo Borchia
Segretario provinciale della Lega di Verona

 

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