Il 29 gennaio verrà eletto il presidente della provincia di Verona. In questi giorni s’è ripetuto il gioco degli accordi politici per scegliere il nome da far votare ai 1.302 consiglieri, dei 98 comuni.

Ad eleggere il consiglio provinciale sono i consiglieri e i sindaci di tutti i comuni della provincia con voto ‘ponderato’, ossia proporzionato al peso demografico del comune d’appartenenza: il voto di un consigliere comunale di Verona pesa molto di più di quello di Concamarise. Questo fa sì che l’elezione sia frutto di un accordo fra i partiti, roba da addetti ai lavori in cui i cittadini non c’entrano un tubo.

Il presidente uscente Manuel Scalzotto della Lega non sarà riconfermato. Al suo posto un accordo trasversale fra centrodestra e il sindaco di Verona Damiano Tommasi ha deciso di mettere alla presidenza il sindaco di Nogara Flavio Pasini, pure della Lega. Due persone per bene.
Diverse, però, le reazioni al modo in cui è avvenuto l’accordo alla nomina del sindaco di Nogara al vertice dei Palazzi Scaligeri.

Per la Buona Destra (Azione con Calenda) è il simbolo del “trasformismo” di Tommasi: «Con la designazione di Flavio Pasini a futuro Presidente della Provincia, avvenuta attraverso processi sommamente partitocratici, – spiega Massimiliano Urbano al cronista dell’Adige – la trasformazione del Sindaco è inequivocabile, completa e definitiva. La metamorfosi si è realizzata : da San Francesco a Don Abbondio è stato un attimo.
Nelle mani di PD e Traguardi, che da mesi lo catechizzano, Tommasi perde la verginità e da puro ed immacolato uomo della società civile diviene uno scafato politicante. È infatti ben chiaro che ciò che democristianamente adesso ci viene spacciato come un nobile atto di responsabilità a favore della città è invece il più classico degli inciuci politici. Chi l’avrebbe mai detto…».

Prende le difese di Tommasi, Alberto Battaggia, del coordinamento che sostiene l’inquilino di Palazzo Barbieri: «La soluzione che si profila per la presidenza della Provincia di Verona – una candidatura unitaria trasversale – frutto degli accordi degli ultimi giorni tra le principali forze scaligere va considerata di grande rilievo politico ed istituzionale. Il risultato, che sembrava irrealistico a molti osservatori, è stato reso possibile dalla sapiente e tenace regia del sindaco di Verona, che ha anteposto gli interessi del territorio, in una logica di sistema, a quelli di parte. In un contesto politico spesso piegato a logiche particolaristiche ed autoreferenziali, le forze del centrodestra veronese hanno riconosciuto le qualità di mediazione di Damiano Tommasi, che ha rinunciato ad una scontata ma improduttiva candidatura di bandiera per favorire una candidatura unica, condivisa da tutte le forze in campo».

Soddisfatto Paolo Borchia, europarlamentare della Lega e neo segretario provinciale, che porta a casa un successo personale che non era per niente scontato qualche settimana fa.
«La condivisione del percorso che porta al nome di Flavio Pasini è da ritenersi un bel segnale da parte di tutta la politica veronese, che ha abbandonato le precedenti divisioni e si è seduta intorno ad un tavolo mettendo come priorità non le proprie differenze ma il bene del territorio.
Esprimo il mio personale ringraziamento a tutte le forze politiche che stanno contribuendo a trovare una soluzione unitaria. La Provincia ha un’importanza fondamentale nelle scelte strategiche del territorio, grazie alle risorse che le fanno capo, da investire a favore delle comunità. Ritengo sarà fondamentale lavorare da subito a un coordinamento che coinvolga tutti i sindaci della provincia nell’ottica di una fattiva collaborazione, con l’obiettivo di proseguire il lavoro di crescita e di sviluppo del territorio avviato negli ultimi anni dal presidente uscente Manuel Scalzotto, cui va un grande ringraziamento per l’impegno profuso e per i risultati ottenuti nel suo mandato».

Le candidature vanno presentate domenica, nella sede di via delle Franceschine, dalle 8 alle 20 e lunedì dalle 8 alle 12. La o le candidature devono avere almeno 196 sottoscrizioni, autenticate e valide. Diversamente, non sarà o non saranno ritenute valide.
Gli aventi diritto al voto sono 1.302. Si vota domenica 29, dalle 8 alle 20.

 

Foto, da sinistra, Pasini, Tommasi; a destra dall’alto, Borchia, Urbano e Battaggia.