Gli Alpini avrebbero dovuto festeggiare i 150 anni dalla fondazione del Corpo con una manifestazione in piazza Bra a Verona e la proiezione del tricolore della bandiera italiana sulle pareti dell’Arena.

Ma, a sorpresa, è arrivato il no del soprintendente Vincenzo Tiné, che ha vietato i giochi di luce sulle pareti del monumento e storico e istituito una serie di divieti che, di fatto, sfrattano le penne nere dalla piazza simbolo di Verona.

«Se ogni associazione celebrasse ricorrenze e anniversari illuminando il monumento, l’anfiteatro sarebbe sempre di un colore diverso», ha detto Tiné al quotidiano l’Arena.
«Dobbiamo ridurre al minimo tali situazioni e limitarci a concedere l’illuminazione di rari eventi a carattere nazionale, come è stato per il Giro d’Italia e come potrebbe essere per il 4 novembre, giorno di festa per tutte le forze armate».

Del resto, Tiné si era fatto conoscere anche a Padova, dove è rimasto solo 3 mesi, caratterizzati da una serie di prescrizioni che avevano inasprito i rapporti con l’amministrazione comunale. Dopo la sua partenza da Padova è stato mandato a Verona ma la linea intransigente è rimasta la stessa.

Le adunate degli alpini in piazza Bra erano una ricorrenza ormai da una decina d’anni e l’illuminazione del monumento con il tricolore era stata inaugurata nel 2019. Il sindaco Damiano Tommasi prova a stemperare, anche perché sta portando avanti una complessa trattativa proprio con la Soprintendenza: «L’importante è che si festeggi».

La decisione del soprintendente ha scatenato la polemica, oltre che nelle penne nere, anche nella politica veronese. Così dopo le esternazioni del consigliere Daniele Polato e del senatore Matteo Gelmetti (pubblicate ieri su Il Nuovo) ecco l’esponente di FdI Massimo Giorgetti appendere un drappo tricolore all’entrata della Soprintendenza.

«Un gesto simbolico per esprimere la mia indignazione, prima di tutto come semplice veronese oltre che da alpino e politico» – cosi Giorgetti spiega l’affissione del tricolore – «Ci si può confrontare su tutto parlando di decoro e tutela della Brà, ma gli Alpini non sono dolciumi, mercatini e plateatici che possono “disturbare” l’architettura della città. Sono solidarietà e valori. Un monumento fatto di esempi, storia, sangue e solidarietà. Negare un bagno nelle luci tricolori e la possibilità di illustrare la loro storia e la loro attività a tutta piazza non può essere considerato un atto di tutela monumentale».

Si è fatto sentire,  in maniera sbrigativa,  anche il consigliere regionale Stefano Valdegamberi: “Mi auguro che il nuovo Ministro licenzi in tronco il sovrintendente di Verona, dopo l’irragionevole e immotivata proibizione di illuminare l’Arena con i colori del Tricolore nei 150 anni degli Alpini. Non possiamo ricordarci degli Alpini solo nei casi di bisogno del Paese. Chiedo le scuse ufficiali del Ministero e del sindaco. Il sindaco dovrebbe essersi avvalso del potere di ordinanza concedendo lo stesso l’illuminazione e l’esposizione delle bandiere e, contestualmente, denunciare per abuso di potere il sovrintendente. Questo Paese è vittima di abusi frutto di burocrati di Stato a cui bisogna presentare il conto dei danni derivanti dalle loro scelte del tutto irrazionali».

Dello stesso avviso anche il vicepresidente Provincia di Verona David Di Michele: «Il Sovrintendente di Verona ha sbagliato. Il suo no all’illuminazione dell’Arena con il Tricolore nel 150° anniversario della costituzione del Corpo Alpino è inaccettabile. Gli Alpini sono un esempio di impegno costante per la comunità, portatori di valori e principi fondamentali che meritano ossequio e rispetto da parte di tutti. Hanno sempre dimostrato valore e coraggio davanti alle emergenze e calamità, non tirandosi mai indietro per aiutare il prossimo. Il Sindaco – conclude Di Michele – non può rimanere in silenzio davanti a un fatto simile, ci vuole un minimo di buon senso in certe decisioni in difesa della città e della sua storia».

 

Foto: a sinistra, il soprintendente di Verona Vincenzo Tiné; a destra in alto, il consigliere regionale Stefano Valdegamberi e il vicepresidente Provincia di Verona David Di Michele; in basso, l’esponente di FdI Massimo Giorgetti con il tricolore appeso all’entrata della Soprintendenza.