Un finale a sorpresa quello maturato a margine di una seduta consiliare quando, compiuti da poco i sessant’anni, il capogruppo Renato Defendini annuncia a sorpresa le dimissioni dai banchi di Palazzo de’ Stefani.

Per lui, storico impiegato delle Poste, di origini bresciane, nel suo curriculum politico anche un decennio tra le file della maggioranza a sostegno di Silvio Gandini e tre anni in opposizione.

«All’età di cinquant’anni feci due promesse – ha esordito l’esponente di “Per una città in comune” – la prima a me stesso: non avrei più avuto in tasca tessere di partito; la seconda alla mia famiglia: a sessant’anni avrei rinunciato a tutti gli impegni extra familiari».
Sono seguiti scroscianti applausi di rispetto per l’uomo e per il politico dall’aula consigliare tutta, seguiti dalle parole di stima del presidente del Consiglio Paolo Longhi e del sindaco Graziano Lorenzetti.

Prima, ovvero durante i lavori consiliari, era stato approvato il rendiconto dell’esercizio finanziario 2021: maggioranza, con in testa l’assessore Daniela De Grandis, in difesa dell’efficienza delle proprie scelte gestionali che hanno portato ad un avanzo di oltre un milione di euro; minoranza a lamentare – per dirla col consigliere Michele Masin – che si poteva fare di più, specie per ridurre la pressione fiscale. Ma comunque tutto nella norma e da copione.

La settima variazione del bilancio di previsione, tesa a recepire nei documenti contabili le spese e i sospirati contributi per un investimento a riqualificazione della Rambla tra il centro e la darsena del Bussé, ha finito, malgrado gli sforzi finalizzati a riportare la discussione al sostanziale oggetto della delibera del vicesindaco Roberto Danieli, per rappresentare un cavallo di Troia di antiche e più recenti ruggini.

In particolare, il superconsigliere Simone Tebon, pur approvando la delibera, è tornato sulla polemica relativa alle spese per l’ammodernamento dello stadio Sandrini, rivelatesi – a suo dire – ancora più inutili data la retrocessione tra i dilettanti del F.C. Legnago Salus. Sul tema il presidente Longhi non vedeva l’ora di offrire una replica al vetriolo, rimarcando all’esponente civico come gli investimenti sulle strutture sportive siano stati assunti, anche con maggiore consistenza, dalle amministrazioni di ogni colore e non certo in funzione dei risultati sportivi dei sodalizi.

In coda, approvati a larga maggioranza sia la maggiore spesa di 60 mila euro per gli eventi estivi, sia lo schema di contratto di servizio tra Comune e LeSe S.p.a. per la gestione della discarica: in base al documento approvato sarà la partecipata a sobbarcarsi il fardello del post mortem.

Venendo alle interpellanze, «Legnago ha abdicato – ha confermato il sindaco – al rientro in patria delle spoglie di Antonio Salieri. Vienna non le cederà mai, così come non priverà lo Zentralfriedhof (il cimitero centrale di Vienna. Ndr) dei resti mortali di Beethoven».

Brevi a margine:
– C’è piena disponibilità dell’amministrazione a confrontarsi con il comitato “La Contadina” di San Vito per l’ampliamento dell’edificio detto “Cimice”.

– Si preannunciano lungaggini per le nuove scuole Barbieri a causa del fallimento di una delle società aggiudicatrici dell’appalto.

– Interrogazione del capogruppo futurista Diego Porfido sui finanziamenti del PNRR: il vicesindaco Danieli, incalzato, ha sciorinato una lunga lista di progetti finanziati da enti superiori ed alcuni anche nell’ambito del PNRR con bandi in scadenza a fine aprile 2022.

 

Foto: a sinistra, Renato Defendini; a destra dall’alto, Paolo Longhi, Roberto Danieli, Daniela Andreis e Graziano Lorenzetti.