Nella conferenza stampa di fine festival, la Fondazione Arena di Verona si conferma capofila dei teatri italiani nel processo di ripartenza della cultura alla conclusione del 98° festival operistico.
Un festival innovativo: 43 serate, delle quali 30 sold-out, per un totale di 193.904 biglietti venduti e un incasso di 15.298.659 euro.
Sei i nuovi allestimenti in cartellone nati dalla creatività collettiva delle maestranze artistiche e tecniche areniane, la presenza di grandi voci del panorama internazionale con nuovi debutti, la collaborazione con 12 fra le più prestigiose realtà museali e archeologiche del paese sotto il patrocinio del ministero della cultura, il coinvolgimento di partner, sponsor, cittadini privati, ordini professionali e associazioni di categoria, nel nuovo progetto “67 colonne per l’arena di Verona”, che ha consentito di raccogliere oltre 1,6 milioni di euro di nuove donazioni in Art Bonus.

E’ questo, in sintesi, il bilancio del Festival lirico che si è chiuso sabato sera e che era stato inaugurato alo scorso 19 giugno con Aida in forma concertistica con la direzione del Maestro Riccardo Muti per celebrare il 150° anniversario della prima rappresentazione del capolavoro verdiano.

«Il successo di pubblico e di biglietteria, con oltre 15 milioni incassati, e l’attenzione dei media confermano il buon visto di una scommessa che ha riguardato questa edizione del Festival, l’economia della città e la rinascita del settore dello spettacolo dal vivo» – ha detto il sindaco di Verona, Federico Sboarina, che presiede la Fondazione Arena.
«Tutto questo – ha aggiunto – costruito nell’inverno scorso, quando non si sapeva se si sarebbe potuto fare, qual era la capienza, ed anche questa è stata una battaglia vinta per ottenere, unici in Italia, i 6mila spettatori. Tutto questo in una programmazione che ha generato numeri importanti e un’evidente ricaduta economica sulla città, con un ritorno significativo di presenze turistiche».

Ieri, nella conferenza stampa in Arena, per illustrare il bilancio finale del Festival è stato ricordato che quando a marzo, nell’incertezza di una situazione pandemica ancora decisamente preoccupante, Fondazione Arena di Verona decise di confermare la propria stagione, pur nella consapevolezza che non avrebbe avuto la possibilità di proporre i propri tradizionali allestimenti monumentali, che ne sono da sempre la cifra stilistica per il pubblico di tutto il mondo, era evidente che si stava andando ad affrontare una sfida di credibilità e solidità sul palcoscenico mondiale, oltre che una scommessa sul ritorno del grande pubblico, per molti mesi lontano dallo spettacolo dal vivo.

«Una scommessa vinta, – ha sottolineato Cecilia Gasdia, sovrintendente e direttore artistico di Fondazione Arena – non abbiamo fatto il nostro dovere istituzionale come nella scorsa stagione, però quest’anno la gioia è immensa».
«Al di là dei dati economici, che vanno benissimo e meglio di come avevamo previsto, la soddisfazione è di avere cambiato in corsa, con pochissimo tempo a disposizione, tutta la struttura scenografica e aver creato tutti questi nuovi allestimenti ha avuto un grande gradimento di pubblico, di critica. E’ venuta anche la Rai a riprendere alcune opere» – ha concluso Gasdia.

«Il Festival 2021 ha rappresentato uno scatto d’orgoglio del mondo imprenditoriale e dei cittadini che, per la prima volta, si sono stretti insieme in modo concreto attorno all’Arena – ha affermato Gianfranco De Cesaris, direttore Generale di Fondazione Arena nell’esprimere la propria soddisfazione per i risultati raggiunti -. Abbiamo realizzato una stagione con cast eccellenti e nel rispetto tutti i protocolli e, unici in Italia, abbiamo potuto raggiungere una capienza di circa 5mila spettatori».

La conclusione è stata affidata a Stefano Trespidi, vicedirettore artistico della Fondazione: «Ho lavorato in molti teatri del mondo, ma in nessun altro si sarebbe potuto realizzare ciò che è stato creato in Arena quest’anno.
Con questo Festival, il patrocinio del MiC (Ministero della Cultura) e la collaborazione di eccellenze tra Musei, Parchi, Enti e Soprintendenze, abbiamo confermato un nostro ruolo in Italia e nel mondo, che rivestiamo con orgoglio, quello di Ambasciatori di Bellezza».

Tra i risultati spicca la crescita del mondo social e web: 2,5 milioni di visite al sito (+104,7% rispetto al 2020) e 3,6 milioni di euro dalla vendita di biglietti attraverso le campagne social.
In questa edizione del festival in cartellone Aida, il dittico verista Cavalleria Rusticana – Pagliacci, Nabucco, La Traviata, Turandot, il Verdi Requiem, la IX Sinfonia di Beethoven, le due serate sold-out con Roberto Bolle and Friends, il ritorno di Plácido Domingo e il debutto di Jonas Kaupfmann con ben otto bis.
Gli allestimenti operistici sono stati realizzati attivando le collaborazioni con Musei Vaticani, Biblioteca Apostolica Vaticana, Parchi Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi di Agrigento, Museo Nazionale del Cinema di Torino, Fellini Museum Rimini, Museo Egizio di Torino, Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara, Gallerie degli Uffizi di Firenze, Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma, Parchi Archeologici di Paestum, Velia e Pompei, Fondazione Alinari per mia Fotografia di Firenze.

Foto: a sinistra, il cartellone del 98° Opera Festival; a destra, Stefano Trespidi vicedirettore artistico della Fondazione; Cecilia Gasdia, sovrintendente e direttore artistico di Fondazione Arena; il sindaco di Verona, Federico Sboarina e Gianfranco De Cesaris, direttore Generale di Fondazione Arena.