«Sono passati otto mesi dalla nuova chiusura ‘temporanea’ del Punto di Primo Intervento a Bovolone. Quanto dovrà durare l’attesa dei cittadini della Basso Veronese? Non è pensabile per chi ha un’emergenza dover andare fino a Legnago, il cui Pronto soccorso dista oltre 20 chilometri».
A rilanciare il problema del presidio di Bovolone, chiuso dallo scorso novembre, è stata la vicepresidente della commissione Sanità a Palazzo Ferro Fini, Anna Maria Bigon.
«Il Primo intervento di Bovolone registra oltre 15mila accessi l’anno e avrebbe bisogno di essere potenziato, per garantire un servizio minimo ma fondamentale per l’utenza e non gravare ulteriormente sul Pronto soccorso del Mater Salutis di Legnago» – conclude Bigon.

«Contiamo di aprire il Punto di Primo Intervento il primo di settembre, quando riusciremo ad avere il personale che rientrerà dalle ferie» – fa sapere il direttore generale dell’Aulss 9, Pietro Girardi.
E’ un’attività importante per il territorio, condizionata però dal numero dei medici che abbiamo a disposizione, perché operare in un Punto di Primo Intervento è potenzialmente un lavoro rischioso, bisogna saper fare tutto in condizioni di un ospedale non attrezzato alle spalle».

Così Il direttore Girardi, ha voluto rassicurare sui destini del servizio, ritenuto tra i più importanti per la comunità di Bovolone.
«Con il rientro dalle ferie e di tutti i medici di Pronto soccorso – ha aggiunto – contiamo di poterlo riaprire e contiamo inoltre di aprire un ambulatorio infermieristico per soddisfare i bisogni dei cittadini dato che soprattutto al Punto di Primo Intervento il 90% degli interventi che vengono effettuati sono delle medicazioni».