Aveva base a Legnago la banda specializzata in truffe e furti ad anziani, smantellata dall’indagine condotta dal Comando dei carabinieri della locale compagnia, che stamattina all’alba ha visto l’esecuzione di 23 provvedimenti di custodia cautelare in carcere, emessi dal Gip del Tribunale scaligero, nei confronti di soggetti di etnia Rom, di età compresa tra i 20 e i 45 anni, pregiudicati, residenti in Romania ma dimoranti in itinere nel Nord Italia, resisi responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati mediante la tecnica dell’abbraccio verso persone anziane.

L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Verna e condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile di Legnago, è iniziata nell’ottobre del 2019 e si è conclusa a gennaio, quando sono stati deferiti alla competente Autorità Giudiziaria 23 persone coinvolte a vario titolo in un’associazione per delinquere finalizzata a compiere reati contro il patrimonio perpetrati con la tecnica dell’abbraccio in più provincie del nord Italia ma con base logistica a Legnago. È stato possibile accertare che i “capi” di tale associazione, fornivano anche la struttura logistica a supporto dell’organizzazione avendo a loro disposizione 12 abitazioni, 55 autovetture intestate a prestanome o immatricolate all’estero.

In particolare l’operazione trae origine da una prima attività di analisi originata dalla permanenza di un numero consistente di donne di etnia Rom ai domiciliari in alcune abitazioni localizzate in comuni del Basso Veronese. Difatti le stesse, senza fissa dimora, dopo essere state tratte in arresto, in varie città del Nord Italia, per furto aggravato ai danni di anziani proprio con la particolare tecnica “dell’abbraccio”, dichiaravano come residenza cui essere sottoposte ai domiciliari delle abitazioni affittate da un soggetto Rom che si rivelerà al vertice dell’organizzazione.

Una volta nella provincia di Verona, le donne venivano raggiunte dalle loro famiglie, tra cui i compagni che alla guida di autovetture immatricolate in Italia ed intestate a prestanomi, impiegavano della “nuova manodopera” rappresentata da altre donne di etnia Rom residenti in quell’area. E ogni giorno le donne prelevate dalle loro abitazioni, raggiungevano parcheggi o pubbliche vie dove controllavano luoghi frequentati da anziani, come cimiteri, uffici postali, aree residenziali, chiese. Avvistata la vittima, la donna scendeva dal veicolo guidato dal complice e simulando una pregressa conoscenza o altri similari raggiri, abbracciava la persona anziana sfilandogli i monili in oro oppure l’orologio di pregio che portava al polso. Dopo aver commesso il reato, risaliva sull’autovettura dove modificava l’abbigliamento e la pettinatura per eludere un eventuale controllo e riconoscimento.

Il complesso lavoro svolto dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Legnago è stato pienamente condiviso dalla Procura di Verona, sino all’emissione dei provvedimenti restrittivi a carico di 23 indagati, da parte del Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Verona. Ulteriori 22 persone venivano deferite per l’art 640 c.p. (Truffa) in quanto titolari di società e ditte individuali create ad hoc e funzionali al ruolo di “prestanomi” nonché 2 deferite per quanto previsto dall’art. 648 (Ricettazione). Venivano inoltre arrestate, nel corso dell’attività d’indagine, altre 3 persone colpite da ordine di cattura emesso dall’Autorità giudiziaria per una rapina aggravata avvenuta in Schio (VI) e Follonica (GR) ed una dall’Autorità giudiziaria tedesca per furto. Complessivamente, l’attività d’indagine ha permesso attribuire all’organizzazione criminale ben 53 casi tra rapine e furti subiti da persone anziane.

Gli arresti sono avvenuti in tutto il Nord Italia coordinati dal Comando Provinciale Carabinieri di Verona e Legnago, coadiuvati nella fase operativa dai Comandi dell’Arma di Cantù (MB), Bologna, Rho (MI), Milano, Seregno (MB) e Roma.

Foto: immagini di repertorio