In seguito alla svolta che si è avuta nella giornata di lunedì sul caso Pfas, con l’accorpamento delle due inchieste in un unico procedimento e la richiesta da parte della procura di Vicenza di mandare a processo i 15 imputati, che dovranno rispondere di avvelenamento di acque e disastro innominato aggravato (fino al 2013), arrivano buone notizie per i cittadini di quei territori dell’est veronese le cui falde sono state interessate dall’inquinamento da Pfas partito dal Vicentino.

Acque Veronesi conferma, infatti, di aver concluso i lavori di posa della condotta idrica e la realizzazione di nuovi pozzi a Belfiore, comune dove non sono state rilevate contaminazioni nelle acque che lo attraversano, e dove si erano dunque concluse le attività della società di Lungadige Galtarossa volte a ricercare nuove fonti di approvvigionamento idrico; una doppia opera del valore di 24 milioni di euro. – scrive Francesco Sergio su il Corriere.

«Abbiamo cercato una fonte alternativa trovandola a Belfiore, zona non contaminata dai Pfas, dove è stato realizzato il nuovo campo pozzi – spiega il presidente di Acque Veronesi, Roberto Mantovanelli – Abbiamo realizzato una condotta di 18 chilometri che porterà acqua priva di Pfas da Belfiore a Lonigo. Anche quest’opera è stata completata ed è ora in fase di collaudo».

Il presidente di Acque Veronesi aggiunge, inoltre, che «al termine delle operazioni di collaudo, sarà possibile fornire acqua priva di Pfas e spegnere i primi 2 pozzi dei 5 che al momento alimentano la centrale di Lonigo gestita da Acque Veronesi».
Proprio il territorio vicentino – ricorda il giornalista del Corriere – è stato il più colpito dall’inquinamento da Pfas, sostanza che fu rilevata – come si legge anche sul sito di Acque Veronesi – nel maggio 2013, quando il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ne evidenziò la presenza nelle acque potabili e superficiali, a seguito di uno studio del Cnr pubblicato lo stesso anno.
Nel luglio del 2013, i gestori del Servizio Idrico Integrato vennero, dunque, informati dalla Regione Veneto della presenza dei Pfas dando quindi subito avvio ad azioni atte ad implementare tecnologie che permettessero di ridurre la concentrazione della sostanza inquinante.

Foto: a sinistra, i lavori per la posa della nuova condotta idrica giunti al termine; a destra dall’alto, il presidente di Acque Veronesi, Roberto Mantovanelli; i lavori dell’opera costata 24 milioni di euro.