Sono stati sospesi tre medici dell’Ospedale Donna e Bambino di Verona, dove negli ultimi due anni sono morti 4 neonati a causa del batterio killer

La Direzione dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona ha comunicato che a seguito delle risultanze della relazione della Commissione Ispettiva Regionale in relazione alla vicenda Citrobacter dell’Ospedale Donna e Bambino di Borgo Trento, a partire da ieri sabato 5 settembre 2020, sono stati sospesi in via cautelare secondo condizioni cautelari tre medici in merito alla vicenda del cosiddetto batterio killer.

I medici sospesi sono la dottoressa Chiara Bovo, Direttore Sanitario dell’Azienda ospedaliera di Verona; la dottoressa Giovanna Ghirlanda, Direttore Medico della struttura e il dottor Paolo Biban, Direttore della Pediatria.

Batterio killer, cosa è successo a Verona.
In due anni ha ucciso quattro neonati all’ospedale di Verona: è il Citrobacter, un batterio che era annidato nel rubinetto del lavandino, usato dal personale di terapia intensiva per prendere l’acqua da dare ai piccoli insieme al latte.
Lo ha stabilito la relazione consegnata alla Regione Veneto da Vincenzo Baldo, professore di Igiene e Sanità pubblica all’Università di Padova e coordinatore della commissione di verifica nominata a giugno dal direttore generale della Sanità del Veneto, Domenico Mantoan.
Oltre alle quattro vittime (Leonardo, Nina, Tommaso e Alice), il batterio killer ha colpito in tutto 96 bambini, lasciandone cerebrolesi nove.

Nei giorni scorsi minacce di morte erano comparse sul web rivolte ai medici ed infermieri dell’ospedale di Verona per il caso del Citrobacter. Le intimidazioni hanno spaventato alcuni dipendenti facendo intervenire i sindacati del settore.
«Denigrare, offendere, aggredire gli operatori sanitari non porta a nulla ma soltanto malessere e sfiducia – hanno affermato gli esponenti sindacali -. La vicenda è terribile e coinvolge tutti. Il nostro studio legale monitora già da tempo la situazione  ed è pronto ad intervenire per ogni singola necessità sia dei professionisti infermieri che di tutto il comparto coinvolto».