Stefano Valdegamberi, consigliere della Regione Veneto, ha espresso la sua opinione in merito all’operazione che coinvolge Cattolica e Assicurazioni Generali. «Cattolica non va svenduta a Generali proprio da coloro che hanno provocato il danno. Si valutino soluzioni alternative nell’interesse del territorio».

«L’entrata di Generali nell’aumento di capitale (dopo la trasformazione in Spa) di Cattolica ci è stato presentato come l’unica soluzione possibile. Ancora una volta i fatti smentiscono le dichiarazioni. Proprio ieri è apparsa una lunga e interessante intervista sul Sole dell’amministratore delegato e direttore generale di Vittoria Assicurazioni, Cesare Caldarelli, nella quale viene descritta una operazione alternativa che secondo me va valutata molto positivamente, perché porta alla fusione alla pari di due gruppi assicurativi, dà una seria prospettiva di crescita, difende i livelli occupazionali e mantiene sul nostro territorio una realtà importante come Cattolica Assicurazioni.
Perché nessuno dell’establishment di Cattolica non ne ha parlato prima?».

Il Consigliere continua: «Premesso che è proprio a costoro a cui si dovrebbe chiedere conto del buco per cui si chiede la trasformazione della società in Spa e l’ingresso di nuovi soci per ricapitalizzarla (per la seconda volta in pochi anni).
Le operazioni fallimentari che hanno creato il buco sono state ogni volta presentate come “grandi opportunità”.
E ora? Il 24 giugno scadeva infatti il termine per l’invio delle deleghe di voto al rappresentante designato e, guarda caso, la mattina dopo il consiglio di amministrazione annunciava urbi et orbi di aver raggiunto un accordo strategico con le Generali.
Ma quell’accordo è stato raggiunto in pochi giorni? Ma se è un accordo strategico, non si sarebbe dovuto doverosamente informare prima il consiglio – che invece ha deliberato seduta stante sulla base di documentazione consegnata in riunione – e informare doverosamente anche i soci che fino al giorno prima hanno votato sulla base di un set informativo già modificato in corsa e superato dagli eventi?».

«Ma come si fa a chiedere ai soci di votare una delega per l’aumento di capitale – prosegue Valdegamberi – con limitazione del diritto di opzione entro il giorno 24 sapendo che nelle stesse ore – se non prima – si sta raggiungendo un accordo strategico con le Generali che presuppone proprio la realizzazione di un aumento di capitale quale premessa del loro ingresso in Cattolica?
L’accordo strategico, a quanto risulta dai comunicati stampa e dalle relazioni sulle materie all’odg pubblicate sul sito internet di Cattolica nella notte del 30 giugno, è nettamente a vantaggio delle Generali che si sono però mosse in una logica non proprio rispettosa del mercato e degli azionisti di Cattolica.
Il valore di Cattolica è di tutti gli azionisti: perché dunque va a vantaggio di uno solo?».

«Proprio in queste ore, come dicevo, siamo stati informati che Vittoria Assicurazioni sarebbe pronta a un progetto alternativo che porterebbe a una fusione e a una “trasformazione controllata” di Cattolica che ne preservi i livelli occupazionali e il radicamento territoriale, senza perderne l’identità. Questa alternativa, a mio avviso, deve essere analizzata immediatamente dal consiglio nell’interesse di tutti i soci e di tutti gli azionisti e dell’intero territorio veronese».