È ormai notte tarda nell’aula consiliare di Palazzo de’ Stefani ieri sera mercoledì 1° luglio quando il vicesindaco Roberto Danieli riferisce su un atto di indirizzo che, in buona sostanza, rappresenta l’avviso di sloggio alla Chemviron Italia, la fabbrica di carboni attivi e prodotti chimici alle porte del centro abitato, un tempo nota come Anticromos e da anni al centro delle polemiche dei cittadini che lamentano fumi e puzze molesti.

L’antefatto: l’Amministrazione Scapin, nell’agosto del 2018, votava favorevolmente al progetto di rigenerazione urbana dell’area della fabbrica, dando il via ad investimenti sulla stessa che ne avrebbero determinato la permanenza in loco chissà per quanti anni ancora, malgrado lo stabilimento industriale fosse giudicato, almeno dal 1992, incongruo rispetto alla vocazione commerciale della zona.

Ciò accontentandosi di poche opere di mitigazione, inerenti al parcheggio del cimitero capoluogo, all’allargamento della ciclabile e all’attraversamento pedonale nei pressi del parco di San Pietro.

Passa il tempo, intervengono la Commissione edilizia e la Provincia ma, in attesa del pronunciamento regionale sulle procedure corrette per individuare le congrue proposte di mitigazione dell’intervento di rigenerazione, non se ne fa nulla.

A giugno 2019 si insedia la nuova amministrazione che, nell’autunno è investita del problema dalla Chemviron la quale, forte delle aspettative ingenerate dall’amministrazione di centrosinistra, intenderebbe demolire il vecchio magazzino, ricostruendolo, nonché il laboratorio ed altri plessi, in cambio di opere di mitigazione fino alla concorrenza di 150.000 euro; l’obiettivo è quello di mantenere l’attuale attività industriale, a dispetto dell’incongruità urbanistica.

Ma il Vicesindaco Danieli è di diverso avviso: la rigenerazione urbana non significa solo riqualificare lo stabilimento, anzi, coerenza vorrebbe che si desse impulso alle indicazioni del piano regolatore che vede il necessario trasferimento del complesso industriale in idonee zone produttive; da qui la proposta al Consiglio comunale di ritenere la proposta Chemviron non accoglibile.

In buona sostanza, si alla manutenzione della fabbrica ma ponti d’oro per trasferirla.

La questione, formalmente urbanistica ma squisitamente politica ed ambientale, è stata lungamente dibattuta, con il consigliere Simone Tebon che ha letto in aula le lettere di protesta dei cittadini per le immissioni di fumi ed odori, seguito da Nicola Negri e Loris Bisighin: la fabbrica da lì se ne deve andare.

Il Sindaco Graziano Lorenzetti ha invocato ad esempio la rimodellazione dei paesaggi industriali della Ruhr mentre il consigliere leghista Fabio Crivellente, pur votando poi compattamente con la maggioranza, ha manifestato la propria preoccupazione per l’eventuale perdita dei posti di lavoro.

Ai dubbi espressi dal centrosinistra, in particolare con Renato Defendini e Diego Porfido, che hanno tentato di far rinviare la discussione manifestando dubbi sulla provenienza delle immissioni, ha fatto da contraltare il pieno appoggio all’amministrazione del forzista Riccardo Shahine, il quale ha pure evidenziato che in campagna elettorale tutti i candidati a sindaco hanno riconosciuto l’incoerenza di mantenere questa fabbrica alle porte del centro di Legnago.

[Michele Pezza]

Foto: a sinistra dall’alto, Diego Porfido, Roberto Danieli, Graziano Lorenzetti, Loris Bisighin, Riccardo Shahine, Fabio Crivellente e Nicola Negri.