Questa mattina, venerdì 12 giugno, gli uomini della Guardia di Finanza di Padova hanno eseguito 7 ordinanze di custodia cautelare e 51 perquisizioni su mandato della Procura di Rovigo nell’ambito dell’indagine “Pupari 2.0” che ha smantellato un’associazione a delinquere dedita alla commissione di reati fiscali.
Tra i coinvolti anche un noto commercialista di Legnago, Nicola Silvestrini, 52 anni, conosciuto per il suo lungo impegno politico, candidato anche alle ultime amministrative e ultimamente entrato nelle fila di Fratelli d’Italia. Il professionista risulta indagato con obbligo di firma giornaliero alla polizia giudiziaria.

Oltre a Silvestrini, altri sei i soggetti sono stati sottoposti a misure cautelari, a partire da Giuseppe La Rosa (56) e dalla figlia Rosanna (29), palermitani residenti a Megliadino San Vitale.
Con loro anche Andrea Cesaro, 42enne di Montagnana residente a Borgo Veneto, il 35enne Roberto Sponchiado di Roncade (Treviso) e Danilo Sponchiado di Quarto d’Altino (Venezia) di 64 anni e Christian Pattis, 52 anni, di Castelrotto (Bolzano).
Tra gli altri 14 indagati, quattro risiedono nel Padovano tra Casale di Scodosia, Montagnana, Ponso e Masi.

«Le notizie apparse sulla stampa non sono corrette. Non sono stato ne arrestato ne posto ai domiciliari come qualche testata editoriale in modo avventato ha riportato, in questo momento ho solo l’obbligo di firma ma confido nella magistratura, della quale ho la massima fiducia per dimostrare la mia completa estraneità ai fatti risultanti da quest’indagine».

Lo ha voluto chiarire con una conferenza stampa che ha tenuto pochi ore fa, alle 18 nel suo studio di Legnago, Nicola Silvestrini, il commercialista che da questa mattina risulta indagato, con obbligo di firma giornaliera fino al prossimo mercoledì alla Guardia di Finanza di Legnago.
«È una misura che ritengo di poter dimostrare di non meritare già mercoledì, quando è stato fissato l’interrogatorio di garanzia davanti al Giudice per le indagini preliminari», ha sottolineato Silvestrini, confidando che anche stavolta il Gip non accolga le richieste del pubblico ministero che, invece, per lui aveva chiesto i domiciliari.

Il commercialista risulta indagato in un’indagine della Guardia di Finanza di Padova per una frode fiscale da 10 milioni di euro a carico degli arrestati Giuseppe La Rosa, 56 anni, noto pregiudicato con un passato tra le fila della mafia siciliana e residente nella Bassa Padovana.
L’uomo secondo gli inquirenti sarebbe stato il vertice di un’organizzazione che trafficava pellet e che, in pochi anni, sarebbe riuscita ad evadere imposte per 10 milioni di euro.

Nel comunicato della Guardia di Finanza si parla di frode fiscale avvenuta riuscendo a non versare le tasse e l’Iva allo Stato grazie a un complesso sistema di fatture false emesse per vendite e prestazioni che le società colluse coinvolte non avevano mai eseguito.

«Il mio nome – chiarisce Silvestrini – in questa vicenda entra solo per una verifica fatta dalla Guardia di Finanza su tre aziende, delle 21 coinvolte nel procedimento, che seguo come commercialista.
Verifica fatta martedì scorso 9 giugno dagli uomini coordinati del luogotenente Zanetti Giampaolo e dal quale ho ricevuto i ringraziamenti per la collaborazione fornita -. Sono certo di poter dimostrare di aver operato come professionista nel rispetto delle leggi».

«Sono sereno, – conclude Silvestrini – sto lavorando normalmente nel mio studio e attendo impaziente l’interrogatorio di mercoledì per chiarire tutto davanti al giudice».

 

Foto: a sinistra, il commercialista Nicola Silvestrini durante la conferenza stampa di oggi; a destra, uomini della squadra della Guardia di Finanza di Padova.