Il riso veronese chiude una stagione straordinaria, la migliore degli ultimi dieci anni. Ottime rese, ottima qualità, ottimi prezzi: di più non si poteva chiedere.

«Il maggio molto piovoso aveva causato un ritardo nelle semine e ci aveva impensierito. – dice Romualdo Caifa, presidente dei risicoltori di Confagricoltura – Poi invece la stagione ha preso una piega positiva. Il riso ha fatto la spiga a fine luglio, in un periodo in cui non c’era eccessivamente caldo, favorendo un raccolto abbondante come produzione, con una resa ottima che è andata dal 55 al 60%. Anche la qualità è stata eccellente, perché il riso non ha presentato macchiature e impurità, risultando molto sano. Un’annata più unica che rara, anche perché l’anno scorso il Vialone Nano valeva da 43 a 48 euro al quintale, mentre ora siamo tra i 53 e i 58. Certo, è solo l’inizio e le quotazioni possono variare, ma come partenza non è niente male. Possiamo dire senza alcun dubbio che perlomeno non abbiamo lavorato sottocosto».

Giudizio confermato anche da Gianmaria Melotti, produttore di riso e consigliere dell’Ente Nazionale Risi per Coldiretti: «Una annata storica, sono trentatre anni che lavoro nel settore del riso e non ho mai visto un riso così bello in resa di lavorazione, parliamo di Vialone Nano  che è una varità storica per cui è molto più sensibile ai cambiamenti climatici. Nonostante questo l’annata 2019 registra una resa di lavorazione molto alta ma soprattutto il chicco è bello e senza difetti una cosa che non non succedeva da anni nel veronese.

Invece per quanto riguarda le quantità di produzione per ettaro, ritengo sia stato un buon anno, che sta nella media, non abbiamo registrato delle produzioni straordinarie.

In sintesi un’annata 2019 memorabile, da ricordare e da scrivere nei libri di storia per quanto riguarda la risicoltura italiana e in particolar modo il Vialone Nano prodotto nel veronese».

Nel veronese la produzione di Vialone Nano è attorno all’80-85%, seguita da Carnaroli (10%) e altri risi. Il Vialone Nano resta un prodotto di nicchia, che si vende soprattutto a livello locale, mentre il Carnaroli non è stato finora adeguatamente valorizzato. Ora, con l’aggiunta del termine “classico”, si riuscirà probabilmente a dargli una spinta in più. – precisano le associazioni dei risicoltori – «È importante tenere sempre in alto la qualità: in Italia come numeri siamo piccoli, ma siamo grandi per il valore che siamo riusciti a dare alla nostra produzione: siamo i primi ad avere avuto l’Igp, abbiamo la Fiera del Riso più grande d’Italia e una Strada del Riso che tanti altri nemmeno possono permettersi di sognare».

Ottime rese e prezzi più che soddisfacenti registrati anche da Cia – Agricoltori Italiani Verona. I risicoltori veronesi chiudono un’annata ottima sotto tutti i punti di vista, confermando non solo il primato in Veneto come quantità (2.000 ettari seminati contro i 700 di Rovigo), ma portando a casa anche una qualità eccelsa sia del Vialone Nano che del Carnaroli.

«L’annata è stata buona, grazie a un andamento climatico stagionale favorevole. – sottolinea Flavio Tiziani, produttore di riso e nel direttivo provinciale di Ciab- Le colture, anche dal punto di vista fitosanitario, non hanno registrato particolari criticità. Pertanto, nonostante le semine siano state del 25% in meno tra Vialone nano e Carnaroli, la resa è stata migliore di circa due punti rispetto al 2018, vale a dire tra i 58 e i 60 quintali all’ettaro. Anche come prezzi siamo a circa 5 euro in più rispetto allo scorso anno, cioè probabilmente anche tra i 57 e i 58 euro a quintale.

Ad avvantaggiarci è anche il difficile andamento di regioni limitrofe, come la Lombardia e il Piemonte, che hanno visto parte delle coltivazioni compromesse dalle piogge di novembre. Noi, fortunatamente, a metà novembre avevamo già concluso la raccolta e perciò non abbiamo riportato danni».

In Veneto, secondo i dati di Veneto Agricoltura, la superficie coltivata a riso nel 2018 è scesa a circa 3.250 ettari (4% rispetto al 2017): il 90% degli investimenti si concentra nelle province di Verona, che si conferma la prima per investimenti a livello regionale (2.200 ettari, -2,7%) e Rovigo (720 ettari, -6,8%).

Foto: a sinistra, Riso Vialone Nano Veronese, 2019 un’annata storica; a destra dall’alto, Gianmaria Melotti, Romualdo Caifa e Flavio Tiziani.