Non risparmia nessuno il senatore Vincenzo D’Arienzo nella sua newsletter quando prende di mira l’operato del governo Veneto targato Zaia e indirettamente il suo assessore ai Lavori pubblici, Infrastrutture e Trasporti Elisa De Berti. Nel mirino in particolare la situazione delle opere stradali veronesi è in particolare della Grezzanella SR 62 della Cisa.

Non ci sta alle accuse l’assessore regionale alle Infrastrutture Elisa De Berti che non gliele manda a dire, e nell’occasione ne ha anche per il segretario provinciale Dem di Verona, Maurizio Facincani e anche per la neo consigliera Anna Maria Bigon.

“Strade, il fallimento del federalismo leghista. – scriveva il senatore sul suo blog – Dopo anni di abbandono, incuria e mancati investimenti, il Veneto “ripassa” alcune strade regionali alla gestione statale di ANAS. Fallita la pretesa federalista della Lega. Anni fa lo Stato in una fase di devoluzione delle competenze alle Regioni, ai tempi della forte richiesta di decentramento dei poteri, assegnò in gestione a questi Enti migliaia di chilometri di strade statali.

Tante furono assegnate al Veneto e per la provincia di Verona furono trasferite numerose statali, tra le quali quella che va da Valeggio a Malcesine (SR249), la strada da Peschiera a S. Bonifacio (SR11), quella che attraversa la pianura veronese (SR10), la strada regionale 62 “Grezzanella” che da Verona va oltre Villafranca. 

Restarono allo Stato solo la Statale 12 e la SS 434 Transpolesana. – continua D’Ariezzo – Verso la fine del 2016, ai tempi del Governo di centrosinistra, emerse il problema: le Regioni non facevano gli interventi necessari per manutenere e sviluppare molte strade”.

“L’allora ministro Delrio, quindi, avviò il Piano “Rientro Strade”, ovvero la ripresa in capo allo Stato delle strade regionali (ex statali) che le Regioni intendevano restituire. Gli obiettivi principali erano e restano la necessità di manutenere le strade, di realizzare varianti e quello di garantire la continuità territoriale degli itinerari che attraversano le varie regioni, evitando la frammentazione delle competenze nella gestione delle strade e dei trasporti.

Con il piano “Rientro Strade” sono state trasferite dal Veneto ad Anas circa 800 km di strade. – continua la disanima di D’Ariezzo – L’iter ufficiale è iniziato nel giugno del 2017, ma nell’agosto dello stesso anno nell’intesa sancita dalla Conferenza Unificata Stato – Regioni per la revisione delle reti mancava il Veneto.

Questa assenza ha pesato. Infatti, per le strade che nel corso del 2018 sono rientrate nella gestione di Anas è stato previsto un investimento di oltre 1 miliardo di euro per interventi di manutenzione finalizzati alla messa in sicurezza e alla riqualificazione.

Le strade del Veneto sono state riprese in un momento successivo. In merito il Parlamento ha fornito il suo parere a luglio, la procedura si è fermata perché la Lega ha fatto cadere il Governo e adesso il Presidente del Consiglio dei Ministri dovrà firmare il decreto conclusivo”.

“Emergono alcuni spunti critici.- conclude il senatore – Innanzitutto, il fallimento dell’ideologia federalista della Lega. A fronte di competenze assegnate il Veneto non è stato in grado di sviluppare alcunché. 

Le condizioni delle strade citate sono sotto gli occhi di tutti. Da anni si parla di varianti per snellire il traffico – in particolare nei centri abitati lungo la SR11, la SR10 e la SR62. Altrettanto da anni si parla di collegamenti viari tra la SR450 Affi/Castelnuovo con la SR 269 Gardesana (Peschiera-Malcesine) – ma nulla è stato fatto.

Anzi, è forte il sospetto che il Veneto abbia fermato ogni investimento consapevole che prima o poi alcune strade sarebbero state trasferite ad Anas. Ciò ha peggiorato la qualità delle strade interessate.

Quindi, alcuni pezzi di strade regionali passeranno ad Anas. Tra queste la variante alla SR 62 (Grezzanella), la variante di Legnago sulla SR10, la variante alla SR 11 da Peschiera a Castelnuovo e la variante di Isola della Scala (SS12). 

In pratica, lo sviluppo delle strade assegnate a suo tempo in gestione. Tante promesse sul territorio, ma al momento del “vedo” l’unica cosa che la Lega ha saputo fare è restituire le competenze”.

 

 

Non si è fatta attendere la risposta dell’assessore De Berti, indirettamente, chiamata in causa:

“Non amo entrare nelle polemiche ma non posso accettare di essere accusata di dire falsità. Se il senatore D’Arienzo tanto facilmente attribuisce falsità a qualcuno, evidentemente è lui il primo ad essere predisposto perché sta prendendo in giro i cittadini e gli elettori. Che il Pd veronese accusi la Regione di non aver posto la realizzazione del secondo stralcio della Grezzanella tra le opere prioritarie, oltretutto, è un segno di povertà politica al quale ho il dovere di replicare per il rispetto della verità e di tutto il lavoro che abbiamo fatto”.

“Sia con l’amministratore delegato Gianni Armani ai tempi del ministro Delrio sia con il suo successore Massimo Simonini col ministro Toninelli, abbiamo condiviso quali devono essere gli investimenti che Anas realizzerà sulle strade oggetto del decreto di riclassificazione che il presidente Conte deve firmare. – afferma l’assessore – Ciò trova conferma nella lettera dell’agosto 2018, in cui la Regione inviò l’elenco preciso degli interventi di maggior avanzamento progettuale e autorizzativo, ricevendo risposta positiva da Anas. Richieste che sono state ribadite anche con una successiva lettera del 7 febbraio di quest’anno. In tale missiva, il secondo stralcio della SR 62 della Cisa era al primo posto per l’anno 2019 con un importo di 24 milioni. Veneto Strade ha provveduto subito ad aggiornare o redigere tutti i progetti esecutivi, compreso quello della Grezzanella. Questi sono i fatti. Ad ostacolare l’avvio dei lavori, quindi, è soltanto l’attesa della firma del decreto da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri”.

“Rassicuro tutti gli esponenti del Pd – prosegue l’assessore alle Infrastrutture –; appena firmato dal Presidente del Consiglio il decreto e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, noi siamo già pronti a partire. Se veramente i rappresentanti del Pd sono interessati a quest’opera si facciano responsabilmente parte diligente e, ora che sono al Governo, sollecitino l’esecutivo a non perdere altro tempo. Tra l’altro, non dovrebbero avere grandi difficoltà visto che l’alleanza attuale è composta dai due partiti a cui appartengono i ministri che erano in carica nei periodi in cui ci siamo accordati con Anas. Voglio sperare, piuttosto, che questa uscita polemica collettiva non manifesti la volontà di ostacolare gli accordi già presi”. 

“Maurizio Facincani – continua De Berti – ci accusa di essere autonomisti solo a parole perché ricorriamo a questi investimenti. È il caso di ricordargli che il Veneto versa ogni anno oltre 15 miliardi di euro di residuo fiscale attivo. Questo significa che quando la Regione chiede a Roma di stanziare risorse comprese in questa somma, non fa altro che chiedere quello che è già dei Veneti. I nostri cittadini non sono dei parassiti; questi soldi sono frutto del loro lavoro e chiedono legittimamente che siano reinvestiti sul territorio.  In attesa dell’Autonomia, chiedere questi soldi è un diritto sacrosanto. Quelle del Pd sono illazioni che potrebbero avere un fondamento soltanto se chiedessimo a Roma un solo centesimo in più di quello che i Veneti hanno versato, ma così non è”. – conclude, infine, l’assessore –  “Mi sento di tranquillizzare tutti i cittadini che la Grezzanella si farà – conclude De Berti – e con loro anche la consigliera Anna Maria Bigon, che è arrivata da poco a Palazzo Ferro Fini e non è ancora al corrente che la Grezzanela costituisce una priorità già da qualche anno come è stato trasversalmente richiesto da tutto il Consiglio regionale”.