Proseguono ormai da tempo gli incontri tra i presidenti di AGSM Verona e AIM Vicenza, Daniele Finocchiaro e Umberto Lago per la messa a punto dell’eventuale fusione tra le due utility di luce, gas e acqua. Le due società hanno dato incarico a un advisor terzo e indipendente per fare una mappatura dei soggetti industriali potenzialmente rilevanti per le aziende. 

E il colosso superutility di Milano e Brescia, A2A, non si è fatto attendere e ha confermato il suo interesse a essere partner industriale nel progetto di fusione fra AIM Vicenza e AGSM Verona, come ha sottolineato il presidente di A2A, Giovanni Valotti: «A2A non punta ad avere una quota di maggioranza nella nuova società che nascerebbe post fusione fra le due utility. Il potere deve rimanere ai territori, la nostra partecipazione sarebbe di minoranza senza alcuna ambizione di salire alla maggioranza e la governance deve essere equilibrata in modo che si riesca a dare forza a queste imprese».

In conclusione, l’obiettivo della superutility lombarda non sarebbe quello di acquisire imprese, ma di realizzare partnership per renderle più competitive.

Va in questa direzione quanto espresso dal segretario della Cisl Verona, Massimo Castellani, che ha voluto manifestare alcune preoccupazioni sul progetto di fusione di AGSM Verona, la storica Azienda Generale Servizi Municipalizzati, istituita ufficialmente il 24 ottobre 1931, con il raggruppamento dell’Azienda Elettrica, dell’Azienda Acquedotto e Fabbrica del Ghiaccio, dell’Azienda del Gas e dell’Azienda Tranviaria. 

«Da alcuni anni, – afferma Castellani – probabilmente da troppi, stiamo discutendo a Verona sulla necessità di aggregazione tra imprese definite multiutility come lo è il gruppo a cui fa capo AGSM.

La necessità di aggregarsi con altre realtà territoriali permetterebbe di essere più competitivi nel globale mercato del gas, nelle economie di scala e di sopportare gli inevitabili “urti” che potrebbero arrivare da quelle multinazionali del settore che tanta fame hanno di nuovi mercati.

L’AGSM, come sappiamo, è nata per dare ai cittadini veronesi quei servizi essenziali per far si che il benessere derivato dal riscaldamento, dalla corrente elettrica e dall’acqua potabile sia presente in tutte le abitazioni e i luoghi di lavoro. 

Negli anni ci siamo affezionati a questa nostra impresa locale in un rapporto di amore e odio. Amore per l’efficiente servizio reso e odio, si fa per dire, quando arrivano le bollette. Il tutto però ha costruito nel tempo un rapporto di fiducia che ha permesso all’azienda di crescere e  avviare investimenti per la produzione di energia rinnovabile.

Il tempo che stiamo vivendo non ci permette di ragionare romanticamente guardando le nostre realtà locali. 

Tutto è mutato in grande, in globale e anche le municipalizzate sono costrette a ricercare soci con cui instaurare un rapporto che da un lato permetta di continuare la loro storia e dall’altro di essere più competitive.

Lo scenario che abbiamo davanti non ha alcune varianti: due sono le maggiori imprese che starebbero corteggiando l’AGSM promettendo, probabilmente, rese milionarie al comune di Verona.

Una è la società lombarda A2A S.p.A. con sei miliardi di fatturato e circa 11.000 dipendenti,  l’altra è una società Bolognese di nome HERA S.p.A. con più di sei miliardi di fatturato e circa 8.500 dipendenti. 

Due colossi se confrontati con la nostra amata AGSM che di fatturato arriva a poco meno di un miliardo e circa 1.300 dipendenti.

Entrare dentro nella galassia di A2A o di HERA, stante i rapporti di forza con l’AGSM, c’è il reale pericolo che si ripeta la storia dell’aeroporto dove il veneziano SAVE entrato da un pertugio del 2% ha raggiunto in poco tempo il 40 % e solo la disdetta dei patti parasociali da parte dell’attuale amministrazione gli ha impedito di superare il 50 %.

Perché allora non pensare di unire piccole realtà e diventare il terzo grande polo del nord Italia ?  Con AIM di Vicenza con la quale da un po’ stiamo parlando di aggregazione ma ancora nulla si è cagliato. Ci sono anche altre realtà interessanti come Dolomiti energia di Trento con un miliardo e mezzo di fatturato e circa 1.300 dipendenti, la Alperia di Bolzano con un miliardo e tre di fatturato e mille dipendenti la società TEA S.p.A di Mantova con oltre 500 dipendenti. 

Arriveremo ad essere il terzo polo del nord Italia in grado di confrontarci sia con i Lombardi che con gli Emiliani.

Verona è sempre cresciuta quando  ha guardato al Nord, la è il nostro futuro. Per l’AGSM, per i dipendenti e per i cittadini veronesi» – conclude il segretario Massimo Castellani.

Foto: a sinistra dall’alto, il presidente di AGSM Verona, Daniele Finocchiaro; il presidente di A2A, Giovanni Valotti; il presidente di AIM Vicenza, Umberto Lago; al centro da sede di AGSM in lungadige Galtarossa; a destra, il segretario della Cisl Verona, Massimo Castellani.