In attesa del prossimo consiglio comunale già convocato per mercoledi 26 giugno, ricapitoliamo quanto successo nell’insediamento, avvenuto il 13 giugno scorso, della nuova giunta guidata da Graziano Lorenzetti.

Il sindaco ha giurato sulla Costituzione in una sala consiliare gremita di spettatori, asfissiati dal caldo, presenti per celebrare l’insediamento dell’amministrazione che ha conquistato Palazzo de’ Stefani già al primo turno, nel voto del 26 maggio scorso.

«È per me un grande onore e una grande emozione assumere questo giuramento solenne nel ruolo di sindaco del Comune di Legnago», sono state queste le prime parole del sindaco, che ha poi ringraziato le persone presenti e «tutti coloro che alle urne ci hanno dato la loro fiducia, ma anche quelli che non ce l’ hanno data», affermando poi che sarà il sindaco di tutti. Il primo cittadino ha quindi proseguito enunciando i punti fondamentali del suo progetto politico-amministrativo: «Le priorità di Legnago le abbiamo individuate parlando con i cittadini, per questo è nato lo slogan “Legnago riparte”, e ci riusciremo solo se ogni legnaghese è disposto a dare il proprio contributo».

Tanti, poi, i temi toccati: dalla disponibilità nei confronti delle associazioni all’attenzione verso i commercianti e per lo sviluppo sociale della città. Un pensiero, poi, Lorenzetti lo ha rivolto «alle 37 famiglie dei lavoratori che hanno perso il lavoro al Mercatone Uno».

Tra gli interventi dei consiglieri, chiaramente orientati all’ottimismo e alla prospettiva di realizzare compiutamente quanto promesso in campagna elettorale quelli provenienti dai banchi della maggioranza, dove Loris Bisighin, capogruppo della civica “Lorenzetti sindaco” ha punzecchiato Silvio Gandini, il candidato a primo cittadino dal centrosinistra, uscito pesantemente ridimensionato dall’esito elettorale e che ha scelto di rinunciare al suo scranno in aula, favorendo l’ingresso di Michele Masin.

Quest’ultimo è anch’egli parte del gruppo “Legnago Futura”, che per bocca del suo leader Diego Porfido è parso subito il più battagliero: «È giunto il momento per la Lega e per Lorenzetti di scendere dalla ruspa», è stato l’affondo dell’unico “sopravvissuto” della precedente maggioranza, per quanto riguarda i consiglieri comunali (è stata infatti eletta anche Silvia Baraldi, ex assessore alla cultura). Porfido ha poi voluto puntare il dito sulla scelta, che replica quella fatta dieci anni orsono dall’allora sindaco Roberto Andrea Rettondini – presente in aula e protagonista di un lungo abbraccio con Lorenzetti – di non istituire l’assessorato alla cultura. Pronta la replica del primo cittadino: «La delega alla cultura l’ho voluta seguire in prima persona poiché mi ritengo sensibile a questa tematica».

Meno aggressivo l’intervento di Toufik Riccardo Shahine, rappresentante del “centrodestra alternativo” che comprende Forza Italia, ex leghisti e forze civiche: l’avvocato di origini israeliane ha annunciato un’ opposizione «costruttiva e collaborativa», promettendo però di non voler esitare «a criticare le scelte amministrative che riterrò inadeguate».

Il dibattito ha avuto modo di fornire anche un siparietto “comico”, quando Renato Defendini di “Per una città in comune” (sempre, quindi, della coalizione di Gandini), ha assunto metaforicamente le vesti del prelato, imponendo una sorta di benedizione alla nuova amministrazione.

Superate le formalità su eletti, deleghe e surroghe (nella Lega, ad esempio, sono entrati i precedentemente non eletti Nicola Negri e Stefano Pasqualini, quest’ultimo scelto poi come capogruppo, al posto di Luca Falamischia e Nicola Scapini, divenuti assessori, della prima dei non eletti Alessandra Donà, che ha rinunciato a subentrare in quanto a sua volta scelta per la giunta, e di Riccardo Filippini, che parrebbe aver a sua volta optato per rimanere fuori dal municipio poiché destinato ad altro incarico), si è arrivati all’elezione del presidente del consiglio comunale, fino a quel momento guidato da Mattia Lorenzetti, esponente di Progetto Nazionale eletto tra le fila della Lega, nel ruolo di consigliere “anziano”, ossia il più votato nella lista di maggioranza relativa. Come da accordi interni alla coalizione di maggioranza, è stato eletto alla presidenza Paolo Longhi (Fdi-Legnago Domani).

La nuova giunta nasce così composta:

GRAZIANO LORENZETTI, il sindaco ha tenuto per sé le deleghe alla cultura, Protezione civile, ecologia ed ambiente;

ALESSANDRA DONÀ, assessore alle politiche sociali, famiglia, demografia,
e istruzione;

LUCA FALAMISCHIA, assessore alla sicurezza, sport e personale;

ROBERTO DANIELI, vicesindaco con deleghe a lavori pubblici, edilizia privata, urbanistica, viabilità e trasporti;

DANIELA DE GRANDIS, assessore a bilancio, patrimonio, tributi e fondi europei;

NICOLA SCAPINI; assessore alle attività economiche, manifestazioni, politiche giovanili e turismo.

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Foto: a sinistra, in nuovo sindaco di Legnago, Graziano Lorenzetti indossa la fascia tricolore prima del giuramento; a destra la nuova giunta dell’era Lorenzetti, a sinistra dall’alto, il vice sindaco Roberto Danieli, il sindaco Graziano Lorenzetti, (il presidente del consiglio, Paolo Longhi e il segretario comunale, Donato Razzano) in basso da sinistra, gli assessori: Luca Falamischia, Alessandra Donà, Nicola Scapini e Daniela De Grandis; in basso, l’abbraccio del nuovo sindaco leghista con l’ultimo sindaco leghista Roberto Rettondini.